Famiglia
Vietnam, la parola alla Cai
La vicepresidente Bacchetta tranquillizza le coppie e assicura: "Nessun ente italiano è più presente nella provincia. Verificheremo le pratiche, ma siamo certi dell'attenzione e della cautela degli enti in quel paese"
Tranquillizza le coppie, assicura che la Commissione farà una verifica sulle pratiche ed è serena sulla trasparenza e l’operato degli enti italiani in Vietnam, Daniela Bacchetta. Interpellata da Vita sulla notizia delle condanne per adozioni illecite emesse oggi dal Tribunale locale di Namh Dinh, la vicepresidente Cai chiarisce la situazione dell’Italia (chiamata in causa insieme a Francia e Usa sulle adozioni concluse nella provincia “incriminata”). “Il numero di adozioni tra il 2005 e il 2008 dal Vietnam all’Italia è stato di gran lunga inferiore a quello di Francia e Stati Uniti”, spiega.
“In quel periodo erano presenti due enti italiani nella provincia [dei quali non fa il nome n.d.r.] che di fronte al sospetto di irregolarità si sono immediatamente ritirati”, aggiunge la Bacchetta. “Nel 2008 sono giunti pochi bambini dalla provicia di Namh Dinh, nel 2009 nessuno. Vorrei tranquillizzare le coppie: gli enti italiani lavorano sul Vietnam con estrema attenzione, le loro attività devono essere accreditate dalle autorità locali provincia per provincia e le pratiche, inutile dirlo, vengono verificate una per una”.
Il Vietnam, ricorda la Bacchetta, è uno dei paesi stranieri con il livello più basso di età dei minori adottati, “perché l’abbandono è estremamente precoce”, spiega. La Cai attende a breve le autorità vietnamite per proseguire un cammino di collaborazione e confronto delle prassi “che non vuole condurre a un aumento delle adozioni”, dice, “Ma a una conoscenza reciproca e a un miglioramento delle procedure”. Le autorità vietnamite, prosegue Bacchetta, “stanno esprimendo il massimo dell’impegno e dell’attenzione sul tema, con la concreta volontà di migliorare la loro legislazione interna per giungere a una degna ratifica della Convenzione Aja”.
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