Famiglia

Vietnam, gli enti italiani si ritirano da una provincia indagata

La Cai alle agenzie: "Gli enti italiani sono accorti. Non abbiamo pratiche pendenti nella provincia sotto inchiesta"

di Benedetta Verrini

L’Italia non lavora piu’ nella provincia vietnamita di Nam Dinh dove 16 persone, da ieri, sono sotto processo per irregolarita’ in tema di adozioni. La notizia è stata rilanciata da alcuni enti impegnati nelle adozioni, così come la precisazione della stessa vicepresidente della Cai, Daniela Bacchetta.

Bacchetta rileva in particolare che quest’anno dalla zona non arrivera’ in Italia alcun bambino adottato e che nel 2008 i numeri sono stati ”molto esigui”. Secondo la vicepresidente, la notizia secondo la quale gli indagati avrebbe avuto contatti anche con il nostro paese non deve creare ”alcun allarme”. ”Solo due enti erano accreditati per questa provincia ma, consapevoli delle criticita’  delle lunghe procedure, si sono allontanati da li’ ed ora lavorano in altre province”. Il numero di adozioni piu’ consistente si ha dagli Usa che anche quest’ anno, nonostante la cancellazione degli accordi, prevedono 500 adozioni. Lo scorso anno furono 748 e nel 2007 828.

”Il Vietnam – ha spiegato la Bacchetta – e’ certamente un paese sul quale ci sono controlli. Gli enti accreditati sono accorti, il numero di adozioni e’ poi cosi’ limitato che non riteniamo ci possano essere particolari problemi. Oltre a non essere piu’ presente nella provincia di Nam Dinh, l’Italia non ha pratiche pendenti”. Fra l’altro – aggiunge – con il Vietnam ”e’ in corso una collaborazione intensa”: sia sul piano multilaterale che potrebbe portare ad una modifica della normativa nel paese ed anche alla ratifica della Convenzione dell’Onu; sia sul piano bilaterale che prevede incontri tecnici annuali (uno e’ previsto a fine anno proprio a Roma) e la cooperazione per il sostegno all’infanzia. Per il prossimo novembre e’ in programma un’iniziativa formativa per operatori e funzionari vietnamiti che si terra’, anche questo, a Roma.

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