Poco fa nella mia pagina Facebook a fronte dell’ennesimo morto provocato da un Suv a Milano, un vigile urbano travolto perchè lo voleva fermare, ho scritto: “Sarò esagerato ma io vieterei i Suv, o in alternativa li perseguiterei prevedendo anche il carcere preventivo per i proprietari e le proprietarie”. Due righe che hanno suscitato molte reazioni pro e contro. Io sono del tutto convinto, vietiamo i Suv in città, oppure perseguitiamo con le tasse i proprietari. Suv è un acronimoche sta per Sport Utility Vehicle, traducibile come Veicolo Utilitario Sportivo, veicolo nato per terreni di guerra o per i fuoristrada. Basta una veloce ricerca su Google per rendersi conto di una contabilità pazzesca riguardo i morti provocati dai Suv, in città.
Un amico mi ha mandato questa riflessione di un grande della cinematografia francese ed europea, Luc Dardenne: Aumentano le 4×4 sulle strade e nelle vie cittadine. Arnesi alti sulle ruote, con paraurti d’acciaio e fari schermati da una grata. Sono l’espressione della nuova posizione del ricco: protezione e aggressività. Viaggiano protetti nel loro mezzo militarizzato. Loro non sanno dove vanno, ma il loro veicolo sì. Vanno allo scontro. Le loro automobili sono carri armati di una guerra civile latente. Un giorno, i cosiddetti esclusi, rovesceranno questi mezzi e gli appiccheranno il fuoco. I ricchi penseranno di essere vittime di un’improvvisa esplosione di barbarie. Vedendo i figli coperti di sangue sul sedile posteriore, di colpo saranno presi dalla rabbia omicida e scopriranno che sui roll bar di protezione della loro auto c’era una torretta con una mitraglia pronta all’uso. Spareranno senza tregua, percorreranno in lungo e in largo la città e la campagna, in cerca del nemico. Saranno spietati. E lo stesso i loro nemici.
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