Welfare
Videochiamate stabilizzate per detenuti e più sostegno psicologico agli operatori
Una circolare del Dap per favorire le comunicazioni con le famiglie. Esclusi dal beneficio chi è al 41bis
di Luca Cereda
Indicazioni per stabilizzare e regolamentare l’uso di videochiamate da parte dei detenuti e nuovi percorsi per il sostegno psicologico alla Polizia penitenziaria. Sono i contenuti di due circolari trasmesse dal Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Carlo Renoldi, agli organi centrali e periferici dell’Amministrazione stessa. Anche perché dopo il dramma dell'estate i suicidi nelle carceri sono continuati anche a settembre, arrivando a 65 con ancora 3 mesi sul calendario, a fronte di 56 casi nel 2021.
La circolare sulle videochiamate
Con la circolare n. 3696/6146, riguardante “Colloqui, videochiamate e telefonate”, si intende “favorire il ricorso alle videochiamate, particolarmente idonee ad agevolare il mantenimento delle relazioni familiari – si legge – e soddisfare le imprescindibili esigenze di sicurezza”. Questo strumento di comunicazione – introdotto in via sperimentale durante l’emergenza pandemica – diventa ora una modalità ordinaria, per assicurare il diritto costituzionale di ciascun individuo al mantenimento delle relazioni socio familiari. Viene esteso a tutti i circuiti penitenziari, ad eccezione del regime speciale previsto dall’art. 41bis. Nella circolare, si individuano alcuni standard per impedire condotte inappropriate delle videochiamate e facilitare al contempo il lavoro del personale penitenziario. Il capo Dap Renoldi sottolinea come colloqui e telefonate assumano una “funzione fondamentale sul piano trattamentale, quale modalità di conservazione delle relazioni sociali e affettive nel corso dell’esecuzione penale e quale strumento indispensabile – scrive nella circolare – per garantire il benessere psicologico delle persone detenute, al fine di attenuare quel senso di lontananza dal mondo delle relazioni affettive, che è alla base – aggiunge – delle manifestazioni più acute di disagio psichico, spesso difficilmente gestibili dal personale e che, non di rado, possono sfociare in eventi drammatici”.
Di nuovi “percorsi di sostegno” a beneficio del personale penitenziario si occupa invece la circolare n. 3697/6147, che prevede azioni di supporto psicologico per la Polizia penitenziaria, secondo l’atto di indirizzo della Ministra della Giustizia, Marta Cartabia. Si tratta di previsioni già contemplate nel Documento di Programmazione generale emanato l’11 gennaio 2022 dal Dap, dopo l’istituzione – per la prima nell’ultima legge di Bilancio – di un fondo da 1 milione di euro, finanziabile ogni anno, per consentire un’azione strutturata e permanente di sostegno psicologico per il personale della Polizia penitenziaria.
Con l’intervento di esperti, soprattutto psicologi del lavoro, viene assicurato agli operatori penitenziari una rete di supporto, per affrontare ed elaborare eventi critici e traumatici, a cui possano essere stati esposti durante il servizio, come suicidi, tentati suicidi dei detenuti, aggressioni o evasioni.
Con la circolare, il capo Dap Renoldi invita i Provveditorati ad “attivare con urgenza le azioni necessarie affinché la rete di sostegno sia operativa entro il 15 ottobre, utilizzando – scrive – i fondi già assegnati per l’anno corrente”.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.