Non profit

Vicenza si ribella contro l’ennesima sala scommesse

Nel vicentino si spendono in azzardo 700 milioni di euro l’anno, praticamente 1000 euro per ogni abitante della provincia, una cifra impressionante, sufficiente a far funzionare l’intera USL 6 di Vicenza. Ma i cittadini si ribellano

di Marco Dotti

Apre l'ennessima sala scommesse a Vicenza e sono 24. Stavolta la "cattiva sorte" è toccata a viale Trissino, 61. Il fenomeno del gioco d’azzardo in Italia ha raggiunto numeri impressionanti: 90 miliardi di euro spesi ogni anno e almeno altri 10 miliardi nei circuiti illegali fanno del nostro Paese il primo scommettitore in Europa ed il terzo al Mondo. 
Nel vicentino si sprecano in azzardo 700 milioni di euro l’anno, praticamente 1000 euro per ogni abitante della provincia, una cifra impressionante, sufficiente a far funzionare l’intera USL 6 di Vicenza.
La diffusione capillare delle agenzie di raccolta scommesse aggrava questa situazione e rende il gioco d’azzardo una pratica quotidiana nella quale sono pericolosamente coinvolti giovani, disoccupati e persone particolarmente esposte alla vulnerabilità sociale.
In Veneto manca ancora una legge regionale noslot, che dia alle amministrazioni pubbliche gli strumenti necessari per iniziare a  limitare il fenomeno. L’unica strada  sensibilizzare e dissuadere chi dal gioco veramente ci guadagna. Così la pensano gli abitanti del quartiere, che si trova nella zona dello Stadio: “Abbiamo cercato di convincere il proprietario dei negozi, la SICEV SRL di Vicenza, che aprire una sala da gioco significa alimentare disagio sociale, dipendenze e ricadute negative su famiglie e giovani, ma a quanto pare non è servito a nulla” raccontano i condomini di Palazzo Trissino, che si sentono anche presi in giro quando poco più di 1 anno fa hanno acquistato casa con la promessa di un “contesto elegante e raffinato”. 
Sabato 31 maggio erano numerosi, in viale Trissino, a dire di no. A organizzare la manifestazione, Raffaele Colombara, consigliere comunale e responsabile di Avviso Pubblico. Tantissime le adesioni arrivate, dalla Caritas Diocesana Vicentina a Libera Vicenza, dal CSI Vicenza alla Cooperativa Sociale Insieme, dal  Movimento No Slot al Movimento Unità Nuova. Delegazioni dei comuni di Altavilla e Creazzo hanno partecipato alla manifestazione, che si è conclusa con un torneo collettivo di bigliardino.
“Se le amministrazioni locali possono dire poco o nulla”, ha osservato Raffaele Colombara, “è perché oggi manca una legge nazionale che regoli il fenomeno; lo strumento che allora hanno in mano i cittadini è quello di farsi sentire: in questi anni le manifestazioni hanno contribuito a far emergere il problema ed hanno portato ad alcuni cambiamenti. Le manifestazioni come quella di oggi sono importanti perciò per spingere sia in Regione che in Parlamento per l'approvazione di una legge quadro che regoli il settore, pesantemente condizionato dalle lobbies dell’azzardo”. 

 

@oilfobook

 


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