Cultura

Vicenza, massiva protesta e grande festa

Spazzati via i timori della vigilia. L'arcobaleno dei movimenti pacifisti torna in piazza in massa ad appoggiare gli abitanti di Vicenza avversi al raddoppio della base Usa

di Daniele Biella

?Resisteremo un minuto più di loro, la base non la faranno mai?. Ora anche il movimento No base di Vicenza ha il suo motto, e farà di tutto per non farla costruire, la caserma Ederle 2. L?ha ripetuto centinaia di volte, per le vie di una città che oggi ha vissuto un nuovo pezzo di storia, accogliendo quasi 100mila persone in marcia per esprimere il proprio dissenso alla decisione del governo Prodi e per richiedere la fine delle servitù militari italiane al cospetto degli Stati Uniti.

Una marea di gente per le strade, di ogni età ed estrazione sociale, colorata e nonviolenta. Ecco come la popolazione ha risposto a chi, negli ultimi giorni, ha contribuito (più o meno consapevolmente) a creare un clima di tensione che i fatti hanno dimostrato essere ingiustificato. Nessun incidente, nessun problema d?ordine pubblico e i 1500 agenti che, nascosti nelle vie d?accesso al centro storico, hanno permesso ai manifestanti di racchiudere serenamente Vicenza in un cerchio umano di sette chilometri, ovvero la lunghezza del percorso.

Il corteo si è mosso alle 13.30, mezz’ora prima del previsto data la forte affluenza. In testa i comitati vicentini, tra cui molti bambini e centinaia di studenti delle scuole superiori. Poi gli altri movimenti dal basso (No Tav, No Ponte, No Mose) e le associazioni (Emergency, Papa Giovanni XXIII, Arci), seguiti da sindacati, partiti e, in coda, centri sociali. Tutti molto ordinati, che hanno sfilato al ritmo di pentole, applausi e musica diffusa dai camion degli organizzatori. Molta la gente alle finestre, decine gli esercizi commerciali che hanno tenuto aperto, nonostante gli allarmismi del sindaco di Vicenza Enrico Hullweck, ritenuto il principale ?traditore? dai cittadini per aver dato il beneplacito alla costruzione della nuova base Usa.

?I nostri politici hanno dimostrato di parlare a vanvera, che si limitino a fare il loro lavoro?, ha detto una brillante Sabina Guzzanti ai manifestanti nel palco allestito al Campo Marzo alla fine del corteo. ?Io ho deciso di venire la notte scorsa?, ha aggiunto Guzzanti, ?mi hanno convinto proprio i loro assurdi sospetti, che purtroppo molti giornali hanno amplificato?.

Ancora più tagliente è stato Dario Fo, presente a Vicenza con la moglie (e senatrice) Franca Rame: ?Siamo in tantissimi, ma dobbiamo essere tristi?, ha detto il premio Nobel alla folla che continuava ad arrivare, ?in solidarietà con quella gente che ora sta piangendo, visto che si aspettava gli scontri e invece si è trovata davanti una grande festa?. Fo, che ha concluso il suo intervento (duettando con il gruppo dei Punkreas) con una canzone in dialetto vicentino contro l?esagerata presenza statunitense nella città del Palladio, ha poi denunciato le ingenti spese militari che ultimamente il governo si è impegnato a sostenere, in netto contrasto con il programma politico tramite il quale l?attuale maggioranza ha vinto le ultime elezioni.

Alle 19.30, quando la retroguardia del corteo era appena arrivato in Campo Marzo, il saluto finale degli organizzatori. Se le cose non cambieranno, loro sanno già da chi prendere spunto per continuare la loro battaglia: i comitati No Tav, che dalla Val Susa sono arrivati in massa. Con 25 pullman al completo.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.