Cultura

Vicenza, Lilliput blocca lavori vicino al Dal Molin

Per tutta la giornata i lillipuziani vicentini impediranno la posa dei cavi Tlc nei pressi della nuova base. "Non ci dicono a cosa servono", denunciano.

di Daniele Biella

All’azione. Dopo le manifestazioni e le richieste di attenzione delle scorse settimane, a Vicenza i comitati No Dal Molin iniziano la seconda fase, quella delle azioni nonviolente di disturbo. E la protesta contro la costruzione della nuova base entra nel vivo.

Dalle 9.30 alle 18.30 di oggi, infatti, un gruppo di attivisti della Rete Lilliput vicentina blocca i lavori sulle linee Tlc (per fibre ottiche) che vengono posate in questi giorni in via Sant’Antonino, a poche decine di metri dalla recinzione dell’aeroporto civile Dal Molin, luogo dove dovrebbe vedere la luce la seconda base militare statunitense della città.

“Denunciamo con forza e ostinazione quella che considera una situazione al limite del paradossale, dal punto di vista della trasparenza da parte della Pubblica Amministrazione”, dice Filippo Magnaguagno, responsabile di Rete Lilliput Vicenza. “Vogliamo avere una copia del contratto “Interroute 6 Dal Molin S. Antonino e del progetto generale della posa di cavi Tlc su tutta Vicenza”, aggiunge Magnaguagno, “se è vero che si tratta di normalissimi progetti datati, come hanno detto assessori e gionali locali, perchè non consegnarli ai cittadini?”.

Parlando con alcuni addetti di Aim (azienda municipalizzata di Vicenza) e dell’Ufficio mobilità del Comune, ci viene costantemente detto che i lavori interessano tutta Vicenza”, prosegue il lillipuziano,”ma citano sempre come esempio Sant’Antonino, Riviera Berica e Strada della Paglia, rispettivamente l’eventuale base al Dal Molin, il deposito di munizioni Fontega/Tormeno e l’ipotetico villaggio per le famiglie dei militari di Quintarello”.

Per ora gli attivisti si limitano a bloccare i lavori, in attesa di avere riscontri alle loro richiesti di chiarimento. “Se è evidente che dette attività sono potenzialmente collegate, è evidente anche il fatto che sono illegali oppure al limite della legalità, in quanto non esiste a tutt’oggi documentazione ufficiale alcuna che attesti la costruzione della base”, continua Magnaguagno, “perchè quindi anticiparne i lavori? Chi ne avrebbe dato l’avvio e con che poteri?”. Domande per ora senza risposte.

“Inviteremo i lavoratori del cantiere a rifiutarsi di lavorare per tale progetto in base al fatto che non vi è trasparenza sui dettagli del progetto”, conlcude il combattivo rappresentante di Lilliput Vicenza.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA