Cultura
Viaggio nella memoria guardando da un finestrino
Un romanzo ferroviario di Michèle Lesbre
di Redazione

Anne racconta il suo viaggio lungo i binari della ferrovia, da Parigi verso la Siberia, alla ricerca di Gyl, amore del passato con cui ha condiviso ideali e utopie e di cui non ha notizie da tempo.
Attraverso i finestrini del treno intravede il paesaggio grandioso e desolato della steppa russa, una terra che porta ancora i segni della rivoluzione: distese di boschi di betulle a perdita d’occhio, cieli infiammati al tramonto, stazioni con nomi da decifrare. «Vedere dei paesaggi dal finestrino significa conoscerli due volte: con lo sguardo e col desiderio».
Nello scompartimento immagini di viaggiatori silenziosi e sconosciuti, come ombre sfumate nell’oscurità della notte, riempiono il lento scorrere delle ore vuote.
A farle compagnia è il ricordo di Clémence, un’anziana signora che abita nel suo palazzo, con la quale aveva instaurato un legame profondo di amicizia: due volte la settimana sedute su un canapé rosso trascorrono interi pomeriggi fatti di letture, racconti di eroine della storia e del loro coraggio, di assenze e amori perduti: «C’è sempre un’assenza che mi tormenta».
Una volta arrivata a destinazione l’attende una realtà diversa da come se l’era immaginata, ma che ad ogni modo le darà la forza di incamminarsi verso una nuova vita.
Una narrazione scorrevole, intima e delicata che accompagna il lettore attraverso un viaggio nella memoria, intriso di profonda malinconia. Un mescolarsi tra presente e passato che si confondono tra loro, un viaggio che è oblio momentaneo delle abitudini e dei punti di riferimento e speranza di ritrovarli al ritorno.
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