Non profit
Viaggio nei caf. Adesioni all80%
Un vero plebiscito da parte di tutti, giovani e anziani. I più scelti sono gli enti di ricerca scientifica e sanitaria, ma anche le associazioni reggono...
È diventato famoso. Al suo secondo anno di esistenza, il 5 per mille è conosciuto da (quasi) tutti. La prova? Un giro di Vita tra le decine di Caf (Centri di assistenza fiscale, ovvero chi ti fa la dichiarazione dei redditi) sparsi per Milano e provincia, a colloquio con gli operatori degli sportelli delle sigle più note. «Quest?anno al 5 per mille la gente ci tiene molto», dice Angelo Abbiati, responsabile provinciale di Confartigianato, raggiunto nella sede di Monza. «Su 22mila dichiaranti, l?80% è arrivato già preparato, con in mano il codice fiscale dell?ente prescelto», spiega. «Del 20% restante, una metà non sapeva cos?era, l?altra metà lasciava volutamente lo spazio bianco».
A Milano stessa musica: «Siamo a nove su dieci», dicono al Caf Uil di via Botticelli, zona Città studi. «Da noi sono passati in 2.500, l?80% aveva già scelto», afferma Carmela Porri, volontaria responsabile del Caf Acli di Lambrate. «Merito della campagna d?informazione», aggiunge Porri. «Giovani, famiglie, anziani: ognuno ha il suo ente preferito, e per noi il lavoro si fa semplice». E per chi non sa o non ha deciso? «Consigliamo noi», spiegano al Caf Cgil di Corvetto, «scegliendo tra quelle che conosciamo e tra chi ci ha portato il materiale», dice l?operatrice, indicando la parete tappezzata con campagne 5 per mille di grandi associazioni come Unicef, Auser, Airc. Qualche diffidenza però rimane: «Soprattutto tra gli anziani, che sulle prime pensano a un?altra tassa da pagare», continua l?operatrice, «ma una volta chiarito l?equivoco, firmano volentieri anche loro».
Dare il 5 per mille, quindi, sta diventando una regola. Regola che ha la sua eccezione, riscontrata a sorpresa ad Agrate Brianza, paesotto della futura provincia di Monza e comune di riferimento per la Tavola per la pace nazionale. «Qui la gente non dà niente a nessuno», dice Arcangelo Dell?Orto, responsabile del Caf Cisl. «Anche dopo le spiegazioni, pensano a un imbroglio», aggiunge Dell?Orto, mostrando una decina di 730 dei quali in almeno la metà il 5 per mille è ?andato in bianco?. «Che l?informazione non sia arrivata?», si chiede il responsabile Cisl. «C?è ancora da fare», riprende Abbiati di Confcooperative, «ma rispetto al 2006 è un?altra storia». Ma quali sono gli enti più scelti? Tutti gli operatori sono concordi: la palma va alla ricerca sanitaria, seguita da quella scientifica e dalle associazioni. «Molto dipende dalla zona», dice Porri delle Acli. «Noi siamo vicini all?ospedale San Raffaele, la maggior parte dei nostri 5 per mille finisce lì», aggiunge. «Almeno il 40% sceglie la Lega Tumori, o l?Istituto oncologico», spiega Abbiati. «Altri, in particolare i giovani, optano per grandi nomi come Emergency», prima scelta anche al Caf Cgil di Corvetto. Tra tutti i centri visitati, alta la percentuale di chi firma in uno dei tre campi senza mettere il codice fiscale, facendo ricadere il beneficio, in proporzione, su tutta la categoria. E ad Agrate Brianza? «Trionfano le associazioni del paese, e le sedi locali di Avis e Aido», dice Dell?Orto. Per quanto riguarda eventuali errori, tutto sembra filare liscio: «Da quando la lista degli enti è disponibile per via telematica, nessun problema», dice la responsabile del Caf Acli di Lambrate. «Il 5 per mille è un successo». Capito là in cima? È ora di alzare il tetto? .
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.