Mondo
Viaggio da Golden Globe
Film: debutto intelligente e coraggioso di Duncan Tucker
Ecco un viaggio che porta da qualche parte. Muovendosi nello spazio infinito di quest?America provinciale e chiusa, Bree, transessuale in attesa di completare il suo cambiamento anche dal punto di vista fisico, ritrova il suo tempo e la sua memoria.
Non sapeva di averlo, questo figlio scapestrato e fragile. Una telefonata, un volo Los Angeles – New York, ed eccoli insieme, tornando in auto verso Ovest e inciampando di tanto in tanto nei ciottoli del passato. Il paesello dove lei era ancora un giovane incerto di nome Stanley e dove Toby, il ragazzo (Kevin Zegers) ha subìto gli approcci sessuali del patrigno. La città dove vivono i genitori di lei, nonni inconsapevoli e campioni di una mentalità retrograda e odiosa («ti amiamo, ma non ti rispettiamo»).
Transamerica è le tappe di un on the road che è scoperta di sé e dell?altro. Scoperta guardinga, perché ciascuno ha i suoi segreti. Bree (la davvero brava Felicity Huffman, Golden Globe come miglior protagonista) che non sa confessarsi al figlio e si ripara sotto l?ombrello di un? improbabile e autoironica identità (volontaria della chiesa dei padri potenziali). Toby che a 17 anni ha già conosciuto il carcere per droga e prostituzione. Ma se ci si guarda davvero, non c?è segreto che tenga. E l?avvicinamento porta inevitabilmente dalle parti della verità, trasformando i due personaggi. Mostrando i nervi scoperti, le ferite, ma anche l?ironia, il sorriso. Perché fra i molti pregi di questo film intelligente c?è appunto la sapiente mescolanza delle note, dolenti e lievi: non indugia in un facile sentimentalismo né tenta la carta pruriginosa. Né tantomeno mette sotto ricatto emotivo lo spettatore.
Dopo aver molto ben scritto soggetto e sceneggiatura, il regista (l?esordiente Duncan Tucker) accompagna la sua protagonista nel cammino che la cambierà e ne mostra l?impaccio, la rigidità a tratti perbenista, la saggezza di adulta non in fuga, ma in transizione consapevole. Film coraggioso, girato con cura e molta sobrietà, prosegue il cammino laddove altri l?avevano interrotto (penso a Gus Van Sant) e intreccia argomenti decisamente non semplici con delicatezza ed equilibrio rari: il corpo nell?epoca della manipolazione, il cambiamento di sesso e le sue difficoltà, il sentimento di una paternità non convenzionale ma non per questo meno sentita, lo scontro-incontro fra generazioni (anche Toby vivrà i suoi turbamenti e andrà incontro alla sua trasformazione).
Sullo sfondo la forza delle convenzioni e il muro dell?indifferenza.
Transamerica di Duncan tucker, Usa con Felicity Huffman
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