Economia
Via libera alla Banca del Sud
Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge. Il modello è quello delle Bcc
Via libera del Consiglio dei ministri al disegno di legge per la creazione della Banca del Sud. La Banca, fortemente voluta dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, avrà l’obiettivo di aumentare la disponibilità del credito destinato al Mezzogiorno. È anche prevista l’emissione di bond per canalizzare il risparmio a sostegno di progetti imprenditoriali e a incrementare l’occupazione al Sud.
Il Modello Credito Cooperativo. Il modello di sviluppo (come la rete) della Banca del Sud sarà quello del credito cooperativo. Dopo la bufera del credit crunch, le ex casse rurali, le “banchette” di periferia che, a detta degli esperti, non avevano i numeri per sopravvivere alla sfida della privatizzazione bancaria, oggi da terzo pilastro nazionale del credito sono chiamate a rilanciare il sistema Paese. Nelle vesti di una superbanca. Secondo i piani del ministro dell’economia, fresco di scottatura per il gran rifiuto dei big del credito ai Tremonti Bond, i 4127 sportelli del credito cooperativo (un terzo concentrati in meridione) assieme a quelli di Poste Italiane dovrebbero dare vita a alla Banca per il sud.
Una newco. Nascerebbe quindi una newco, una nuova società, con un radicamento territoriale capillare e forte del sostegno della Cassa depositi e prestiti. Fin qui parla così l’agenda in fieri di via XX Settembre. Ma il mondo delle Bcc, riunito per la sua assise lombarda settimana scorsa a Salonicco, in Grecia, per il convegno studi annuali, frena la volata del ministro. E lo fa con le parole misurate di Alessandro Azzi, presidente di Federcasse e della federazione Lombarda: «La banca del Mezzogiorno non comporterà l’impiego di ingenti risorse da parte delle Bcc né trasferimenti da Nord a Sud». Al contrario prevederà solo a «strumenti e stimoli per favorire l’arricchimento delle stesse banche di credito cooperativo del Sud». Come a dire sì alla promozione del credito delle comunità, quello di «banche utili per una nuova cittadinanza», ma senza lasciarsi tentare dai miraggi del gigantismo bancario. Prudenza innanzitutto. E giù le mani dal tesoro del credito cooperativo, accumulato con pazienza certosina nella sua dimensione tradizionale raccolta/impieghi quando le altre banche si gonfiavano di titoli strutturati.
Le BCC nel Sud. Le BCC sono banche possedute e governate da chi nel Sud vive e opera, impegnate a realizzare una prossimità intelligente, capace di creare relazioni virtuose con le famiglie e le piccole e medie imprese. Nelle regioni meridionali il Credito Cooperativo è presente con 108 aziende ed oltre 600 sportelli. La raccolta diretta, nell’ultimo anno, è stata di 14,6 miliardi e gli impieghi si sono attestati a poco più di 10 miliardi, con una crescita dell’8,9 per cento. Il patrimonio delle BCC del Sud, nell’insieme, ammonta a 2,2 miliardi.
«Il Credito Cooperativo – dice ancora Azzi – farà, come ha sempre fatto, la propria parte per contribuire allo sviluppo economico, sociale e culturale dei territori dove opera. Nello specifico del Mezzogiorno, proseguendo nel solco di una tradizione e di un impegno che negli anni non è mai venuto meno e che – anzi – ha contribuito, anche in questa fase di crisi, a tutelare molte migliaia di famiglie e piccole e medie imprese. Voglio ricordare gli innumerevoli accordi locali per la messa a disposizione di plafond di finanziamenti per le pmi, le tante intese per il microcredito alle famiglie in collaborazione con le Diocesi e quelle per anticipare la Cassa Integrazione Guadagni ai lavoratori delle aziende in crisi».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.