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Via l’Iva, ma solo a metà

Sms solidali.

di Ida Cappiello

Non più ?popolazioni del Sud-Est asiatico colpite da catastrofico maremoto?, ma ?popolazioni colpite da catastrofi naturali?: così la Camera ha modificato, in sede di conversione in legge, il decreto 315/04 con il quale il governo, a fine dicembre, aveva rinunciato all?Iva sugli sms solidali a favore dei Paesi asiatici colpiti dallo tsunami. Inoltre la legge licenziata dalla Camera estende il beneficio ai servizi di telefonia fissa attivati per donare. «Un bel passo avanti, siamo molto soddisfatti», commenta Caterina Torcia, responsabile progetti sociali di Vodafone Italia, che ha sostenuto la solidarietà insieme agli altri gestori telefonici Tim, Wind e H3G. «Il governo si è mosso, finalmente, spinto certo da un contesto emotivo molto particolare che metteva in gioco la sua immagine. Ma intanto quei soldi (oltre 45 milioni di euro) arriveranno per intero alle vittime del maremoto». E di altri eventi che dovessero colpire in futuro l?umanità, ovunque nel mondo.
Tuttavia c?è chi invita a non enfatizzare questa rinuncia ampiamente pubblicizzata dopo tante ritrosie e incassi passati . Mancano infatti all?appello tutte le donazioni non legate a catastrofi naturali, ad esempio pro Telethon o pro Darfur. E poi si tratta veramente della rinuncia a un diritto dello Stato? Non la pensa proprio così Salvo Pettinato, avvocato esperto di fisco e non profit: «L?Iva, è bene chiarirlo, è un?imposta che si applica al corrispettivo pagato per un servizio. Nel caso della solidarietà non è in gioco nessun servizio, non c?è nessuna transazione commerciale ma soltanto una donazione; quindi l?Iva non è applicabile».

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