Cultura
Via Crucis, la meditazione di russi e ucraini: “Signore perchè ci hai abbandonato”?
Una delle 14 meditazioni per il tradizionale appuntamento con il Papa al Colosseo è stata scritta congiuntamente da due nuclei familiari del Paesi coinvolti nella guerra: "Signore, perché hai abbandonato i nostri popoli?"
di Redazione
Le meditazioni della Via Crucis del venerdì della Via Crucis del Papa per il venerdì santo, il cui testo è stato diffuso oggi sono tutte scritte da famiglie. Una coppia di giovani sposi, una famiglia in missione, sposi anziani senza figli, una famiglia numerosa, una famiglia con un figlio disabile, una famiglia che gestisce una casa famiglia, una famiglia con un genitore malato, una coppia di nonni, una famiglia adottiva, una vedova con figli, una famiglia con un figlio consacrato, una famiglia che ha perso una figlia e una famiglia di migranti, due famiglie, una russa e una ucraina, dei popoli coinvolti nella guerra.
Toccande la meditazione scritta congiuntamente da due nuclei familiari del Paesi coinvolti nella guerra
"Signore, perché hai abbandonato i nostri popoli?" Struggente il testo della meditazione scritta in riferimento alla guerra e posta significativamente a commento della tredicesima stazione, quella in cui Gesù muore sulla croce, gridando "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". E proprio a questo "abbandono" fa ampio riferimento la meditazione. Eccolo:
"La morte intorno. La vita che sembra perdere di valore. Tutto cambia in pochi secondi. L’esistenza, le giornate, la spensieratezza della neve d’inverno, l’andare a prendere i bambini a scuola, il lavoro, gli abbracci, le amicizie… tutto. Tutto perde improvvisamente valore. “Dove sei Signore? Dove ti sei nascosto? Vogliamo la nostra vita di prima. Perché tutto questo? Quale colpa abbiamo commesso? Perché ci hai abbandonato? Perché hai abbandonato i nostri popoli? Perché hai spaccato in questo modo le nostre famiglie? Perché non abbiamo più la voglia di sognare e di vivere? Perché le nostre terre sono diventate tenebrose come il Golgota?”. Le lacrime sono finite. La rabbia ha lasciato il passo alla rassegnazione. Sappiamo che Tu ci ami, Signore, ma non lo sentiamo questo amore e questa cosa ci fa impazzire. Ci svegliamo al mattino e per qualche secondo siamo felici, ma poi ci ricordiamo subito quanto sarà difficile riconciliarci. Signore dove sei? Parla nel silenzio della morte e della divisione ed insegnaci a fare pace, ad essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare".
Toccante anche la meditazione scritta dalla famiglia migrante per la quattordicesima stazione, Gesù deposto nel sepolcro. "Ormai siamo qui. Siamo morti al nostro passato. Avremmo voluto vivere nella nostra terra, ma la guerra ce lo ha impedito. È difficile per una famiglia dover scegliere tra i suoi sogni e la libertà. Tra i desideri e la sopravvivenza. Siamo qui dopo viaggi in cui abbiamo visto morire donne e bambini, amici, fratelli e sorelle. Siamo qui, sopravvissuti. Percepiti come un peso. Noi che a casa nostra eravamo importanti, qui siamo numeri, categorie, semplificazioni. Eppure siamo molto di più che immigrati. Siamo persone. Siamo venuti qui per i nostri figli. Moriamo ogni giorno per loro, perché qui possano provare a vivere una vita normale, senza le bombe, senza il sangue, senza le persecuzioni. Siamo cattolici, ma anche questo a volte sembra passare in secondo piano rispetto al fatto che siamo migranti. Se non ci rassegniamo è perché sappiamo che la grande pietra sulla porta del sepolcro un giorno verrà rotolata via".
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