Mondo

Veterinari senza frontiere

Attraverso la cura del bestiame si punta a migliorare le condizioni di vita di 20mila famiglie

di Sara De Carli

Asini, pecore, capre e cammelli sembrerebbero l?ultimo dei problemi. In realtà in una zona come quella del Nord Darfur, che sulle bestie ci campa, di un intervento veterinario di emergenza c?era assolutamente bisogno. Anche se nessuno ci aveva mai pensato. Un po? per la siccità e la progressiva desertificazione, un po? per la guerra, metà del bestiame della regione amministrativa di Sayah, 40mila persone e 25 villaggi, è morto in una manciata d?anni. La gente del posto, con gli animali rimasti, è costretta a spostarsi su un territorio molto ampio, percorrendo anche 40 chilometri, alla ricerca di acqua e pascoli. Cosa che ha significato, a parte la fatica, l?inizio di lotte fra tribù per il controllo dei pascoli. Per questo il progetto di Coopi ha cominciato col fare una cosa molto semplice: selezionare alcuni punti in cui costruire o riabilitare abbeveratoi. A Malha invece il problema è opposto. Anche qui molti animali sono morti, è vero, ma poiché le vie utilizzate per le migrazioni stagionali sono tutte controllate dalle milizie, a pastori e a bestiame è precluso qualsiasi spostamento: gli animali cioè sono concentrati a Malha, in una convivenza forzata con gli esseri umani, e in un sovraffollamento che ha generato malattie infettive e infestive. Per di più la reclusione significa niente più commercio di cammelli con la Libia e crollo del prezzo di tutti i capi di bestiame: molti allevatori hanno venduto i loro animali e di conseguenza non hanno più latte di pecora e di capra per i loro bambini. In collaborazione con il locale ministero dell?Agricoltura e delle risorse animali, Coopi sta monitorando il sistema veterinario del Paese, ha già completato la rilevazione dei problemi relativi e individuato possibili soluzioni, a cominciare da campagne di trattamenti antiparassitari a capre, pecore e asini. Per questo ha selezionato e formato un?équipe di veterinari, che formeranno i tecnici, e preparato il materiale didattico necessario. Nelle attività sono coinvolti 70mila animali, appartenenti a 20mila famiglie. Numeri alti, in realtà minimi rispetto ai fabbisogni reali: pecore e capre in questa zona si aggirano sul milione di capi per ciascuna specie. Il progetto di Coopi si concluderà il 31 gennaio 2006, un mese dopo la data prevista: a causa di ritardi nel rilascio dei visti al personale espatriato, l?inizio del progetto è infatti slittato di un mese rispetto alla data programmata. Sotto la lente

  • Progetto: Intervento veterinario di emergenza a favore di sfollati e residenti
  • direttore del progetto: Sara Caimi
  • Localizzazione dell?intervento: Nord.Mellit (zone rurali), Sayah e Malha
  • Beneficiari diretti: 20mila famiglie
  • Attività realizzate al 30/11/2005: studio di fattibilità, selezione e formazione del personale veterinario, realizzazione di materiale didattico per i corsi
  • Estensione del progetto: al 31 gennaio 2006
  • Ong esecutrice: COOPI – Cooperazione internazionale tel. 02.3085057

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