Cultura

Vescovo di Detroit: no alla guerra

Thomas Gumbleton, il vescovo ausiliare di Detroit che e' il secondo firmatario dell'appello dell'A.n.s.w.e.r. (Action now to stop the war and end the racism) per una coalizione internazionale cont

di Paul Ricard

”Non c’e’ dubbio che ogni paese ha il diritto all’autodifesa, ma rifiuto l’idea che una difesa violenta possa risolvere il problema”. Suona come una voce fuori dal coro dei vescovi nordamericani – che la scorsa settimana, attraverso il presidente della loro conferenza episcopale, hanno espresso il loro sostegno, pur ponendo le condizioni della ”guerra giusta”, ad un eventuale azione militare di George Bush per punire i responsabili degli attentati di New York e Washington – quella di Thomas
Gumbleton, il vescovo ausiliare di Detroit che e’ il secondo firmatario dell’appello dell’A.n.s.w.e.r. (Action now to stop the war and end the racism) per una coalizione internazionale contro la guerra. Una posizione, spiega il vescovo raggiunto telefonicamente, che si ispira alle parole pronunciate da Giovanni Paolo II nell 1991 ”quando protesto’ contro la guerra del Golfo e disse: ‘mai piu’ una guerra perche’ lascia dietro di se’ sempre una scia di odio e risentimento e non riesce a risolvere i problemi che hanno provocato la guerra”’. Ed anche riguardo a questa nuova possibile guerra, il vescovo Gumbleton si rifa alle uniche parole finora pronunciate direttamente dal Papa domenica in Kazakhstan, contrarie all’azione militare.
E sul concetto del diritto all’autodifesa, da piu’ parti evocato in questo in ambienti cattolici, Gumbleton ribadisce: ”certo che si ha il diritto all’autodifesa ma questo non significa il ricorso alla violenza, non si puo’ concludere che perche’ c’e’ il diritto all’autodifesa c’e’ il diritto ad uccidere qualcuno”. Il vescovo ausiliare di Detroit – che lunedi’ ha partecipato alla conferenza stampa a Washington di presentazione della manifestazione pacifista di domani – spiega che, nella lettera inviata dai vescovi a George Bush, si e’ ”riconosciuto il diritto all’autodifesa, e si e’ suggerito che ci possa essere una azione militare ma che deve essere fatta mantenendo le condizioni della guerra giusta”.
Fra le condizioni, la proporzionalita’, cioe’ che il bene che si persegue sia maggiore del male che la guerra necesariamente provoca, la probabile speranza di successo e l’immunita’ dei civili innocenti: ”non ci sono garanzie che la nostra nazione manterra’ nessuna di queste condizioni” sostiene il vescovo che ha scritto al presidente della Conferenza episcopale americana per esprimere il suo dissenso.

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