Cultura

Vescovi: «Sì a moschea nel rispetto della legge»

Interviene il segretario generale Cei, Mariano Crociata

di Redazione

«I credenti esprimono il voto nelle elezioni politiche o amministrative secondo la loro coscienza senza coinvolgere la comunità cristiana, cercando di rappresentare il bene comune dell’uomo nell’uno o nell’altro schieramento. La comunità cristiana non deve farsi partigiana in un senso o nell’altro». E’ quanto ha detto oggi il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, in una conferenza stampa a margine dei lavori dell’assemblea generale dei vescovi in corso in Vaticano.

«I credenti – ha affermato Crociata – esprimono le loro convinzioni dentro una visione della fede cristiana che guarda al bene comune e non come interesse di parte. Non ci si può sostituire alla coscienza di nessuno».

Quanto ai referendum, il segretario generale della Cei rimarca che «l’acqua è questione di responsabilità sociale e bene comune, è necessario che vi sia responsabilità verso i beni comuni e che rimangano e siano custoditi per il bene di tutti”. Per mons. Crociata i referendum, in quanto esprimono ”una delle forme della volontà popolare, sono da apprezzare».

In merito poi alla possibilità di una grande moschea a Milano, la posizione della Chiesa è la difesa del «diritto alla libertà religiosa anche nella disponibilità dei luoghi di culto per esercitare questo diritto fondamentale. La moschea, oltre ad essere un luogo di preghiera, è anche un centro culturale, d’incontro e di aggregazione”, quindi nella sua realizzazione, dice mons. Crociata, “bisogna tenere conto delle esigenze della vita sociale della nostra comunità secondo quanto stabilito dalla Costituzione».

Rispondendo ai giornalisti il segretario generale della Cei è intervenuto anche sul tema degli abusi sessuali dichiarando che in materia «il primo responsabile è il vescovo, che agisce in rapporto costante con la Congregazione per la dottrina della fede».

Su questo aspetto delicato della vita della Chiesa, «l’impegno della Cei continua a svilupparsi in linea con quanto ha già cominciato a fare da tempo». Si potranno poi trovare, ha spiegato, «forme per aiutare i vescovi a intervenire in maniera pronta accompagnandoli in un servizio che già viene portato avanti da loro». Crociata ha anche ribadito che fra le priorità vi è l’attenzione verso le vittime e l’allontanamento di coloro che hanno sbagliato.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.