Economia

Vertice Onu su Paesi poveri: 7 punti contro la miseria

Ma restano fuori questioni cruciali cpome il debito estero e i dazi doganali

di Gabriella Meroni

Un piano in sette punti per combattere la povertà nei 49 Paesi meno sviluppati del mondo: è questa la strategia adottata dalla terza Conferenza dell’Onu sui cosiddetti ?Pms?, che si è conclusa ieri a Bruxelles dopo una settimana di lavori.

La strategia impegna per i prossimi dieci anni tutti gli oltre 150 Paesi sottoscrittori a un’azione diretta per aiutare la popolazione e a una più generale volta a creare governi e risorse umane e istituzionali più efficienti. Si punta inoltre ad aumentare le capacità di produzione dei Pms, perché anch?essi possano beneficiare, e non essere solamente vittime, della mondializzazione dell?economia, a rafforzare il ruolo del commercio, a proteggere l’ambiente e – ultimo punto – a mobilitare le risorse finanziarie necessarie per il loro sviluppo.
Mancano però ancora tre misure più concrete e di grande importanza: l’apertura ai mercati del Nord del mondo dei prodotti dei Paesi meno sviluppati, attraverso la soppressione dei diritti doganali, l’annullamento dei debiti esteri, che ammontano a 150 miliardi di dollari, l’aumento dell’aiuto pubblico allo sviluppo. Ma nonostante la genericità delle opzioni, il piano rappresenta comunque un primo passo.”E’ solo un inizio, nei prossimi dieci anni bisognerà compiere molti altri progressi”, ha commentato il segretario generale della Conferenza dell’Onu per il commercio e lo sviluppo, Rubens Ricupero.

Nei 49 Pms, di cui ben 33 si trovano in Africa, il reddito pro-capite di circa 630 milioni di abitanti è inferiore a 900 dollari l’anno (equivalenti a circa 165 mila lire al mese). Ma la soglia di povertà in alcune zone è ancora più bassa: in undici di questi Stati il reddito medio annuo supera di poco i 500 dollari. I 49 Pms producono poi appena l’un per cento del reddito mondiale, ricevendo lo 0,5% degli investimenti esteri diretti, e, oltre ad affrontare quotidianamente il dramma della malnutrizione e della miseria, sono falcidiati anche da grandi epidemie, come l’Aids e la Tbc.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.