Formazione

Vertice Fao, ong: no a spostamento

Antonio Onorati, responsabile italiano della mobilitazione delle ong e delle associazioni contadine, chiede che "il Governo non si sottragga alle proprie responsabilità".

di Giampaolo Cerri

Contro l’ipotesi di spostamento del vertice Fao di novembre, interviene Antonio Onorati, presidente della ong italiana Crocevia di Roma e “Focal Point” del Comitato di Cordinamento Internazionale per il ?Roma NGOCSO Forum on food sovreignty? “Lo spostamento del Vertice FAO in una sede diversa da Roma”, dice Onorati, “risponde ad una logica di mero ordine pubblico senza farsi carico delle conseguenze politiche sull?intero sistema delle Nazioni Unite fondate ? fino a prova contraria – su un principio di rappresentanza diverso sia dal ?G8? che dal WTO. L?incertezza del Governo italiano intorno alla tenuta del Vertice della FAO a novembre non fa i conti, oltre che con gli obblighi dell?Italia quale Paese ospitante della FAO, con il percorso di preparazione progettato sin dal mese di settembre 2000 dalle organizzazioni sociali del mondo. Si tratta di un percorso concertato tra organizzazioni contadine, organizzazioni dei popoli nativi e reti tematiche delle organizzazioni non governative al fine di fare emergere le esperienze di quanti negli spazi rurali e nella società del nord e del sud del mondo si battono per una effettiva sicurezza e sovranità alimentare per ogni popolo. Tale percorso, supportato da un proprio ‘Comitato di coordinamento’ internazionale, è assistito da un Comitato Italiano responsabile di favorire l?accoglienza al Forum sulla sovranità Alimentare previsto a Roma. A tal fine, si stanno tenendo consultazioni nei vari continenti sulla valutazione dei mancati risultati auspicati dal Vertice FAO del 1996 nella lotta alla povertà e all?insicurezza alimentare. Le organizzazioni sociali e le ONG hanno accumulato esperienze tali da provare con evidenza che la globalizzazione dei mercati agricoli e delle agricolture non solo non risolve i problemi della fame e della povertà, ma aggrava quelli dell?insicurezza alimentare di masse crescenti di popolazione in ogni angolo del pianeta; è ormai chiaro, inoltre, che è necessario introdurre cambiamenti radicali nelle politiche governative che determinano i modelli di sviluppo dell?agricolture del Pianeta. Per queste ragioni il lavoro della rete internazionale delle ONG e delle organizzazioni contadine continua come programmato per dar vita dal 3 al 9 novembre al ‘Roma NGOCSO Forum on food sovreignty’, sicuri del supporto che troveranno fra le organizzazioni sociali e nella società civile italiane. Ci aspettiamo, dunque”, conclude il presidente di Crocevia, “che il Governo italiano non si sottragga alle sue responsabilità”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA