Politica

Vertice Fao: il parere delle ong cattoliche

Valutare le implicazioni negative degli agro-carburanti, promuovere un'alleanza contro la fame tra fao, governi e società civile. Le proposte di Icra.

di Emanuela Citterio

“Bisogna promuovere un’alleanza fra contro la fame tra governi, soggetti della società civile e la Fao”. A dirlo è Vincenzo Conso, segretario generale dell’International catholic rural association, una rete che unisce 62 organizzazionoi cattoliche rurali di quattro continenti, per un totale di cinque milioni di persone.

In occasione del vertice Fao, che si svolgerà dal 3 al 5 giugno a Roma, la rete Icra ha emesso un comunicato insieme ad altre 270 organizzazioni di tutto il mondo, cattoliche e non, in cui si sostiene che “le comunità locali devono essere pienamente coinvolte nelle scelte e nelle decisioni che riguardano la pesca, le politiche per la terra e l?alimentazione” e nei Paesi in via di sviluppo la promozione di “una sicurezza alimentare sostenibile radicata nella valorizzazione del potenziale dei piccoli coltivatori”.

Sugli agro-carburanti Icra chiede alla Fao di “continuare ad esaminare gli impatti economici, sociali e ambientali della 1° e 2° generazione di biocarburanti e le eventuali negative implicazioni sulla sicurezza alimentare e la biodiversità”.

Il testo completo dell’appello:

«Alla luce del cambiamento climatico, della preoccupazione circa la futura disponibilità di energia, di un rialzo senza precedenti del prezzo dei cereali e delle conseguenti sollevazioni per il cibo in parecchie parti del mondo, i ?segni dei tempi indicano la necessità che la Comunità internazionale agisca con urgenza.

Ogni tradizione di fede ci invita sia ad alimentare l’affamato che a prenderci cura per il nostro ambiente e le relative innumerevoli forme di vita. Come uomini e donne credenti, riconosciamo senza eccezioni l’imperativo morale di cambiare il nostro stile di vita per mantenerci in armonia con la capacità di carico della terra e la protezione del suo clima. Inoltre riconosciamo la necessità di accertarci che le politiche promulgate dai rappresentanti eletti e dalle relative organizzazioni internazionali contribuiscano al miglioramento della qualità della vita di ogni persona umana, ciascuna fatta ad immagine e somiglianza di Dio, e alla sostenibilità degli ecosistemi da cui dipende ogni creatura vivente.

Noi crediamo che le sfide da affrontare in questa Conferenza rappresentano una grande occasione per sviluppare una nuova società umana, radicata nella nostra amorevole riverenza e gestione responsabile di tutta la Creazione.

I DIRITTI DELL’UOMO
I sottoscrittori di questa dichiarazione sono incoraggiati dalla recente e tempestiva richiesta del Consiglio dei Diritti dell’Uomo delle NU (26 marzo 2008) all’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani affinché si intraprenda uno studio consultivo sul rapporto fra il cambiamento del clima ed i diritti dell’uomo

Noi condividiamo la diffusa e crescente preoccupazione che l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio (MDG), mirato a ridurre della metà il numero delle persone che soffrono la fame, non sarà raggiunto. Con i costi dei cereali di base che salgono e la fame nel mondo che cresce, gli orientamenti dalla Conferenza ad Alto-Livello sulla Sicurezza Alimentare Mondiale e le Sfide del Cambiamento Climatico e delle Bioenergie, saranno più importanti e più valutati che mai.

La Comunità Internazionale e, specialmente, le comunità sofferenti per le conseguenze della scarsità degli alimenti, desidereranno vedere non soltanto una maggiore solidarietà attraverso programmi per alleviare gli effetti immediati della fame, ma saranno ansiose affinché le cause di fondo (un ingiusto sistema commerciale mondiale, problemi ambientali e sociali causati dalla ?rivoluzione verde?, il cambiamento climatico, pratiche agricole insostenibili, politiche per gli agro-combustibili, speculazione, spreco, ecc.) siano affrontate efficacemente, assicurando così, in futuro, la disponibilità di un cibo coltivato in modo sostenibile per i bisogni di base di ciascuno – un futuro dove i continui effetti del cambiamento climatico sugli agro-ecosistemi presenteranno una sfida duratura senza precedenti e di lungo periodo. Noi condividiamo le preoccupazioni del Relatore Speciale nel suo appello per implementare il diritto dell’uomo al cibo e concordiamo sul fatto che soltanto un ?metodo normativo? può gradualmente eliminare la fame.

CAMBIAMENTO CLIMATICO
I sottoscrittori sostengono con forza i risultati del IV Rapporto di Valutazione del Pannello Intergovernativo di esperti sui Cambiamenti Climatici (IPCC), che nota come il cambiamento climatico sia indotto in maniera predominante dall?uomo, causato principalmente dai modelli insostenibili di consumo dei paesi ricchi, oramai imitati più estesamente dai gruppi con reddito superiore dei paesi in via di sviluppo.

TRANSGENICI
Le Comunità locali devono essere pienamente coinvolte nelle scelte e nelle decisioni che riguardano la pesca, le politiche per la terra e l?alimentazione. Noi sosteniamo la piena mobilitazione dei sistemi tradizionali di conoscenza, assieme alle opinioni della scienza moderna, e a un approccio completamente precauzionale tecniche transgeniche applicate al mondo vegetale e animale, per salvaguardare l’integrità della creazione ed il benessere delle generazioni presenti e future della famiglia umana. C?è un imperativo morale di sfamare l?affamato, ma non quello di usare le biotecnologie transgeniche quando alternative meno contestate e ben-collaudate possono darci risultati paragonabili nel medio e lungo termine. Tutto ciò che è tecnicamente possibile, non è necessariamente buono per la persona o la società.
In nessun caso i brevetti, così come sono stati indirizzati nell?accordo sugli Aspetti Commerciali dei Diritti della Proprietà Intellettuale che riguardano il Commercio (TRIPS), limitino il libero scambio dei semi da parte dei coltivatori ed ostacolino le loro innovazioni. Le piante, i semi ed i geni fanno parte della creazione che non può essere rivendicata dai diritti di proprietà intellettuale.

DIRITTO AL CIBO, RAFFORZAMENTO DELLE COMUNITA? LOCALI e delle donne
Noi sosteniamo metodi proattivi ispirati dalla ?sovranità alimentare? e dal ?primario diritto al cibo?, una messa in discussione dell?agricoltura convenzionale o dell?agricoltura prevalente, un rafforzamento dei piccoli coltivatori dei paesi in via di sviluppo, incoraggiando i mercati locali e regionali, con una maggiore attenzione sulle bioregioni. La FAO può aumentare notevolmente il suo lavoro mettendo insieme la conoscenza tradizionale e quella scientifica di fronte alle nuove sfide proposte dal cambiamento climatico. Questa Conferenza può delineare le strategie sostenibili necessarie per generare un ?nuovo paradigma? che potrebbe essere costruito sulle base delle idee sostenute dalle ONGs e dalla società civile negli ultimi decenni, per ottenere una sicurezza alimentare sostenibile radicata nella valorizzazione del potenziale dei piccoli coltivatori nei paesi in via di sviluppo.
L?accesso ala diritto di proprietà, all?acqua e ai servizi energetici, ai finanziamenti e ai micro-crediti sono fondamentali per garantire l?esistenza dei piccoli agricoltori, in particolare delle donne.
Noi non possiamo accettare proposte che, nei paesi in via di sviluppo, implicano la rimozione verso le città di per lo meno un miliardo di persone, lasciando prevalentemente la futura produzione di cibo nelle mani delle grandi compagnie agro-industriali. Noi ribadiamo la nostra più profonda convinzione che le politiche per vincere il cambiamento climatico e la fame devono rispettare e promuovere il benessere della famiglia rurale e in particolare delle donne e riconoscere il ruolo insostituibile delle popolazioni rurali nella conservazione del suolo e degli ecosistemi rurali, delle specie e della connessa conoscenza tradizionale.
Noi raccomandiamo un impegno trasversale per la piena implementazione di giuste politiche di genere, poiché in molti paesi in via di sviluppo le donne sono le garanti della sicurezza alimentare. Inoltre, politiche di genere devono essere implementate nell?aiuto internazionale di lungo periodo e nelle emergenze umanitarie (cibo).

BIOCARBURANTI
Noi sosteniamo la revisione in corso d?opera del Segretariato-Generale delle Nazioni Unite sulla sostenibilità della produzione di biocarburanti. Piuttosto che cercare di sostituire a tutti i costi l?offerta energetica dei carburanti fossili, gli sforzi devono entrare nel merito della ristrutturazione della nostra società per usare meno energia e risorse, un approccio ugualmente applicabile alle tecniche di produzione degli alimenti.

TRASPORTO
Come alternativa allo sviluppo su grande scala dei biocarburanti, raccomandiamo politiche coraggiose per ridurre la richiesta di trasporto, come pure spostare il traffico passeggeri su sistemi basati su combustibile non-fossile. La FAO deve continuare ad esaminare gli impatti economici, sociali e ambientali della 1° e 2° generazione di biocarburanti. Le negative implicazioni sulla sicurezza alimentare e la biodiversità di una produzione su larga scala dei biocarburanti, destano una profonda preoccupazione.

AGRICOLTURA SOSTENIBILE E SVILUPPO RURALE
Noi raccomandiamo attenzione contro le soluzioni di ?breve-durata?. Una messa a fuoco chiara, rispettante l?integrità della creazione, deve essere mantenuta nell’eliminazione della povertà e delle strutture sociali ingiuste, delle cause alle radici della fame, attraverso un approccio con opzioni multiple. Noi incoraggiamo un modello di agricoltura sostenibile e di sviluppo rurale; una crescente consapevolezza pubblica dell?importanza della famiglia agricola; lo studio dell?impatto dei biocarburanti sull?ambiente; una preoccupazione crescente riguardo alle industrie estrattive e il loro indiscriminato ed inefficiente uso delle risorse con un impatto altamente negativo sull?ambiente e le condizioni locali. In questo contesto, noi notiamo con grande interesse molte delle raccomandazioni e delle analisi della recente pubblicazione delle Valutazioni Internazionali della Scienza e della Tecnologia Agricola per lo Sviluppo e condividiamo il generale benvenuto che gli è stato dato dalle organizzazioni della società civile.

FORMAZIONE
Da sole le informazioni non determineranno il necessario spostamento di paradigma, se la sfida del cambiamento climatico deve essere affrontata con successo. Sia i coltivatori che i consumatori devono essere istruiti per stimare il valore intrinseco di cui è degna la natura come dono di Dio, piuttosto che per considerarla una ?risorsa da sfruttare?. Un attenzione speciale dovrebbe essere prestata alle informazioni e alla formazione delle donne poiché esse non soltanto sono responsabili della nutrizione della famiglia, dell?amministrazione degli ecosistemi locali, ma, anche, degli insegnanti della generazione seguente. C?è bisogno che scelte informate del consumatore sull?agricoltura di scala ridotta e sulla produzione alimentare locale, facciano parte della soluzione.
I programmi educativi ad ogni livello, ma specialmente per la gioventù, devono includere gli insegnamenti sui valori che promuovono uno stile di vita semplice e sui principi della sostenibilità, specialmente su come l’economia umana dipende assolutamente dall?economia della natura.
Politiche: Coerenza e implementazione

Noi richiediamo più coerenza fra gli organismi internazionali delle NU e quelli non-NU e l’implementazione trasversale dei diritti dell’uomo. La promulgazione delle convenzioni per difendere e promuovere i diritti dell’uomo, specialmente del povero, basati nel riverenza per e il rispetto della capacità di carico della terra, è in sé insufficiente. Gli organismi internazionali devono accertarsi che adatti protocolli supplementari siano firmati e implementati all’interno delle leggi e delle politiche nazionali. Il controllo internazionale dovrebbe garantire che queste leggi siano applicate.

PARTECIPAZIONE DELLA SOCIETÀ CIVILE
Noi invitiamo questa Conferenza a lanciare un processo di discussione e azione dei soggetti interessati, efficace e di lunga durata, ai livelli regionali ed internazionali, in cui la società civile, comprese le organizzazioni di fede, svolgerà un ruolo pieno. Noi siamo preoccupati che la voce della ?società civile?, in particolare quella dei soggetti interessati più importanti, non sembra essere sufficientemente coinvolta nella preparazione di questa Conferenza.
Siamo informati di una lettera recente dell?IPC al Direttore Generale della FAO, in cui si dichiara che la FAO stava ignorando la propria esperienza di interazione con le organizzazioni della società civile acquisita in questi ultimi 15 anni. Per le future conferenze e le azioni che ne seguiranno, noi facciamo una rispettosa petizione per una piena consultazione della società civile per quanto riguarda il disegno del
programma e la partecipazione dalla società civile.

Le Organizzazioni che intendono sottoscrivere questa dichiarazione possono inviare una e-mail a: cingorome@gmail.com specificando:
1. nome dell?Organizzazione, indirizzi e telefono;
2. nome e cognome della persona che firma e suo ruolo nell?Organizzazione;
3. Indicare se l?Organizzazione ha status di liaison presso l?ECOSOC e/o altre Agenzie dell?ONU.

Info: www.jpicpassionist.org


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