Famiglia
Verso Roma 2001 LOlimpiade silenziosa
Otto ori, cinque argenti e sei bronzi. Per gli atleti della Fiss, mondiali ricchi di soddisfazioni. Uniche delusioni: calcio e basket. «Ma ci rifaremo fra quattro anni»
Non sentono l?inno nazionale, i silenziosi. Non lo possono cantare. Ma non c?è dubbio che trattano la maglia azzurra come se fosse una seconda pelle. Da difendere con unghie e sudore. Sempre. Anche nei prossimi mondiali che, alzi la mano chi lo sapeva, sono stati già assegnati alla città di Roma per il 2001.
Chi sono? I ragazzi sordomuti della Federazione italiana sport silenziosi, protagonisti degli ultimi Giochi mondiali (svoltisi a luglio in Danimarca), con 19 medaglie conquistate. Giochi diversi dagli altri soltanto perché chi partecipa non può sentire il suono di un fischietto o il rumore di uno starter. Sono loro i ?cloni? di Roberto De Marchi, ragazzo sordomuto emigrato in Francia, che fu il primo, nel 1925 a Parigi, a firmare l?adesione dell?Italia ai primi Giochi mondiali riservati esclusivamente ad atleti sordomuti. Nasceva così il Comitato internazionale sport silenziosi. Dopo una pausa dovuta alla seconda guerra mondiale, la Federazione si è evoluta fino a conglobare lo sport silenzioso a quello dei disabili in genere, attraverso l?inizio di una vita in comune con la Fisd (Federazione italiana sport disabili), durata fino al 1996. Interessante e fruttuosa. Specialmente dal punto di vista dei risultati. Anche nel corso della diciottesima edizione dei Giochi mondiali silenziosi, svoltasi a Copenaghen nello stadio ?Parken?, i 153 atleti della squadra azzurra hanno fatto il pieno di medaglie. Otto d?oro, cinque d?argento e sei di bronzo.
Frutto di una preparazione seria e meticolosa che i ragazzi, con i loro tecnici, hanno condotto per farsi trovare tonici e puntuali all?appuntamento in Danimarca. Qualche nome? Oscar Lainati ha messo tutti in fila nei mille metri di ciclismo, Barbara Oddone ha trionfato nel singolare femminile di tennis al pari di Cristian Ponton nella gara di lancio del disco. Qualcosa però non è andata per il verso giusto. Specie nel calcio, nella pallavolo e nel basket i risultati sono stati infatti al di sotto della tradizione italiana.
Si potranno rifare nei mondiali del 2001, quando 70 federazioni internazionali arriveranno nella capitale. In silenzio, ma per fare rumore.
Rimini
I giochi delle comunità
Una piccola grande olimpiade. Senza fiaccole e riconoscimenti ma con tanto sport e aggregazione. È questo il parziale resoconto del secondo raduno sportivo nazionale delle comunità in corso di svolgimento (finirà il sette di settembre) a Rimini e organizzato dall?Associazione nazionale di promozione sportiva nelle comunità (Anpsc). Un?organizzazione benemerita del Coni che, nata nel 1995, è sempre più consapevole dell?importanza dello sport come strumento di prevenzione e di recupero dalla droga. Dopo il successo della prima edizione, tenutasi nel 1996 a Cassino, anche quest?anno circa mille ragazzi, ospiti dei centri di accoglienza e di recupero dei tossicodipendenti, sono in gara nelle diverse discipline. Pallavolo, atletica, ciclismo e le finali del campionato nazionale di calcio stanno animando una settimana di giochi e di sfide tra le oltre sessanta comunità giunte a Rimini. Ma non mancherà, ogni giorno, un momento di riflessione. Nel corso delle diverse serate, infatti, si svolgeranno incontri con importanti personalità (On. Bindi, On.Garavaglia, Don Benzi, Don Antonio Mazzi, On. Turco), che avranno come tema fondamentale l?importanza dello sport come strumento di prevenzione e di lotta sociale alla droga. Per informazioni: 0541/55503.
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