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Verona apre la strada al City pass europeo. Anagrafe nazionale e informatizzazione. Così si mette in moto la viabilità senza barriere

Disabili

di Francesco Dente

La cautela, considerato il ritardo accumulato, è d’obbligo. Sono passati quasi 13 anni, infatti, da quando il Consiglio europeo, era il giugno 1998, formulò l’invito ad adottare il contrassegno uniforme di parcheggio per le persone disabili. Questa tuttavia potrebbe essere la volta buona.
L’Italia sembra aver imboccato finalmente la strada giusta per l’introduzione del modello unico comunitario. Il protocollo di intesa sulla sperimentazione firmato nel 2008 dal ministero del Lavoro e Politiche sociali e dall’Anci (ma entrato nella fase operativa solo a luglio 2010) è giunto a un punto di svolta. Il Comitato tecnico di coordinamento ha individuato la buona pratica da prendere a riferimento in “City pass”, il progetto coordinato dal Comune di Verona che prevede procedure amministrative uniformate per i permessi concessi alle persone con difficoltà motorie o sensoriali. Il piano scaligero, avviato nel 2007 in collaborazione con la Provincia di Verona, è stato esteso nel tempo agli altri Comuni dell’hinterland fino a ricomprenderne, al momento, più di quaranta.
Si tratta di una best practice in quanto realizza in piccolo quello che, a regime, si vorrebbe realizzare sull’intero territorio italiano: l’anagrafe nazionale dei possessori di contrassegno. “City pass”, entriamo nel dettaglio, consiste in una piattaforma unica informatizzata per il rilascio, la gestione e il controllo delle autorizzazioni alla circolazione e alla sosta dei veicoli a servizio delle persone con disabilità che risiedono in tutti i comuni che aderiscono al progetto. Prevede, inoltre, una numerazione unica dei contrassegni. Due strumenti, questi, che consentono di combattere gli abusi e le falsificazioni accelerando le funzioni di verifica dei contrassegni. Ai vigili urbani basta collegarsi tramite palmare alla banca dati informatica per appurare in due secondi se tutto è in regola. Non devono dunque mettere in moto lunghe procedure di controllo delle autorizzazioni andando a scartabellare fra faldoni di documenti cartacei o inoltrare richieste agli altri Comuni. Un caso non infrequente se si considera la mole di persone, fra cui anche i furbetti, che si muove in auto dall’hinterland verso il capoluogo (e viceversa) per lavoro, nei week end o in occasione di fiere e incontri calcistici.
“City pass” consente inoltre ai titolari di contrassegno di Verona e delle cittadine aderenti di accedere alla zona a traffico limitato (Ztl) senza particolari obblighi. La normativa nazionale prevede invece che la persona disabile non residente che si sposta in un altro paese segua due strade. Può effettuare una richiesta ad hoc al Comune che intende attraversare comunicando in anticipo la targa oppure, nel caso non lo faccia e sia “beccato”, può dimostrare la posizione di titolare di contrassegno entro dieci giorni dall’ingresso nei varchi delle Ztl e ottenere così la sospensione della contravvenzione.


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