Al secondo mese dalla scomparsa al Cairo del giovane ricercatore italiano Giulio Regeni, il presidente di Amnesty International Italia Antonio Marchesi ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“La richiesta di ‘Verità per Giulio Regeni’ è stata fatta propria da tutta la società italiana, che non accetterà versioni di comodo, né permetterà che cali il silenzio sulla vicenda. E se non ci saranno al più presto progressi verso la verità, e continueranno al contrario a circolare piste improbabili, riteniamo che il Governo debba andare oltre l’iniziativa diplomatica e valutare l’uso di tutti gli altri strumenti possibili: compresi quelli previsti dall’accordo di associazione tra l’Unione europea, i suoi stati membri e l’Egitto, e dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura (di cui sia l’Italia che l’Egitto sono parti) che impone precisi obblighi internazionali di investigare fatti di tortura e di processare o estradare gli accusati di quei fatti.”
Oggi, è un evento civile, una tempesta twitter e facebook organizzata da amici, familiari, colleghi, per continuare a domandare una verità e per “ribadire che questa battaglia continuerà finchè non avremo la giustizia per Giulio, non accetteremo compromessi o verità di comodo” come si legge sulla pagina facebook.
@Nawartpress sostiene la campagna #veritapergiulioregeni
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.