Economia

Vento in poppa alla barca sostenibile

Il mondo della vela guarda alla responsabilità ambientale. Come dimostra una ricerca di Avanzi

di Lorenzo Alvaro

Ha preso il largo l’8 agosto dal parco nazionale dell’arcipelago della Maddalena «Verde come Vela», il viaggio a tappe sulle vele di un First 40.7 di 12 metri che dimostra come, attraverso l’innovazione tecnica, comportamentale e organizzativa, sia possibile ridurre in maniera significativa gli impatti sull’ambiente. Oggi ha finito il suo tour. Durante questo esperimento di sostenibilità marittima è stata condotta un’indagine denominata «Nautica e Ambiente» e che ha consentito di fare la la prima fotografia della situazione del diporto in Italia. I risultati, ottenuti dalle risposte di 832 diportisti di vela e motore ad alcune domande, rivelano che l’attenzione all’ambiente nella nautica è in forte crescita, infatti, secondo gli intervistati, nei prossimi 3-5 anni, per l’84 per cento degli intervistati, l’attenzione all’ambiente nella nautica aumenterà a causa di leggi più severe (67 per cento), grazie alle motivazioni etiche individuali (51 per cento), all’ecologia come nuova frontiera del lusso (30 per cento) e all’emergenza climatica (29 per cento).
Del tutto minoritaria (7 per cento) la posizione di chi considera l’ecologia solo una moda passeggera. Interessante anche quello che emrge sulle scelte d’acquisto che sembra saranno influenzate dalle caratteristiche ecologiche delle imbarcazioni.
Le preferenze del consumatore sono fortemente influenzate dalla tenuta del valore dell’imbarcazione nel lungo periodo e il 51 per cento dei diportisti dichiara che una barca ecologica mantiene meglio il valore nel tempo.
La barca ideale è eco-tech che oltre al serbatoio delle acque nere, ha dotazioni per l’ottimizzazione dei consumi di energia (4,1 in una scala d’importanza da 1 a 5), ha una carena efficiente che le consente di risparmiare carburante (3,9) ed è una piccola centrale di energia rinnovabile (eolico e fotovoltaico, 3,7 e 3,9 rispettivamente). Infine risulkta che gli attori principali del cambiamento sono porti, legislatore, cantieri. Secondo gli appassionati infatti un ruolo decisivo nella nautica eco-compatibile lo avranno innanzitutto i porti e le marine (che dovrebbero offrire i servizi di terra, dallo smaltimento dei rifiuti alla gestione ecologica delle acque nere). Rilevanza 4,2 in una scala da 1 a 5. A seguire il legislatore (rilevanza 3,8)  in quanto dovrebbe varare sgravi fiscali simili a quelli adottati per le misure di risparmio energetico e fonti rinnovabili a livello domestico o, in passato, nel settore automobilistico. Infine i produttori di barche e i fornitori di attrezzature per la nautica (rilevanza 3,7) che dovrebbero rendere disponibili sul mercato imbarcazioni e soluzioni innovative da un punto di vista ecologico.

Tornando all’iniziativa nautica il patrocinio dell’operazione vede la collaborazione di più attori: i Ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico, per i Beni e le Attività Culturali, delle Infrastrutture e dei Trasporti e infine Avanzi, il centro di ricerca che da oltre dieci anni si occupa di sviluppo sostenibile. «Verde come Vela» ha come fine il dimostrare come la sostenibilità possa essere davvero per tutti. Trasformando una comune barca da diporto in un prototipo di sostenibilità, Avanzi lancia un messaggio: il rispetto di uomo e natura è importante quando si va per mare, ma «vivere sostenibile» è una scelta che si può continuare anche a terra. Per rendere il messaggio ancora più chiaro, il progetto si trasformerà in laboratorio: «Verde come Vela-Lab» sarà l’evento sostenibile del Festival Genovese. «Verde come Vela» ha navigato per oltre mille miglia, toccando i principali porti della costa tirrenica della Penisola; ha partecipato al Salone Nautico Internazionale e ha partecipato al Festival della Scienza con un laboratorio per ragazzi.
Per avvicinarsi all’obiettivo «emissioni zero», la barca di Verde come Vela, bilancerà la sua produzione di CO2, dovuta ad esempio all’uso del motore obbligatorio in porto, con «No Effetto Serra», un progetto «verde» di compensazione fornito da Eco-Way. L’obbiettivo è dimostrare come è facile, con pochi accorgimenti, trasformare una barca a vela di uso comune tra i diportisti come il First 40.7 in un prototipo di compatibilità ambientale, un mezzo capace di auto-produrre e risparmiare energia, depurare le acque e non inquinare. Anche le imbarcazioni a vela, infatti, se utilizzate in maniera scorretta possono provocare ferite all’ambiente e all’ecosistema marino: in barca ogni rilascio (dall’uso di detergenti, alle perdite di idrocarburi, le acque nere, i piatti di plastica che volano via – solo per fare alcuni esempi) finisce direttamente in mare e diventa nocivo come l’abbandono di rifiuti in un parco.
Per evitare tutto questo la barca è stata attrezzata con soluzioni all’avanguardia. A bordo possiamo infatti trovare due pannelli fotovoltaici per una potenza di picco totale di 170 W/p. alloggiati su speciali supporti laterali girevoli che permettono un ottimale irraggiamento, un generatore eolico capace di catturare l’energia del vento e dell’acqua per trasformarla in elettricità. Quando il vento raggiunge i 10 nodi, il mini-eolico è in grado di erogare un’intensità di corrente di 15 A/h in una giornata.
C’è poi un serbatoio per le acque nere, della capacità di 50 lt, installato a poppa per evitare sversamenti in mare. Un’altra attrezzatura interessante è l’illuminazione a Led costituita da efficienti lampade a diodi ad emissione di luce. Infine si è optato per un motore elettrico per il tender di bordo e l’installazione di una pompa meccanica che permette l’utilizzo anche in cucina dell’acqua di mare.
Come dimostrano le attrezzature l’attenzione al particolare è stata molto importante ma da sola la tecnologia non basta per raggiungere risultati accettabili.
A tutto questo si aggiunge un’attenta organizzazione della vita a bordo e un’ecologica connessione con i servizi a terra che vul dire: raccolta differenziata, minimizzazione dell’uso di detergenti e saponi e cambusa biologica.


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