Europee 2024

Venti candidati firmano il Manifesto cooperativo per l’economia sociale

L'iniziativa dell'Alleanza della cooperazione lombarda trova un forte sostegno da parte di uomini e donne che puntano all'ingresso nel Parlamento europeo al voto di giugno. Politiche fiscali e un commissario Ue all’economia sociale sono le proposte principali del Manifesto

di Redazione

Venti candidati alle prossime elezioni europee hanno firmato il Manifesto cooperativo per l’economia sociale, promosso da Alleanza della cooperazione lombarda (compagine composta da Agci, Confcooperative e Legacoop Lombardia), in vista del voto dell’8 e 9 giugno per il rinnovo del Parlamento europeo. Il decalogo è stato presentato questa mattina a Milano, al Teatro Elfo Puccini, durante l’evento “Verso le elezioni europee: insieme per l’economia sociale cooperativa”. Hanno partecipato all’incontro i candidati Maria Pia Abbracchio, Caterina Avanza, Arianna Bettin, Fabio Bottero, Andrea Costa, Laura D’Incalci, Emanuele Fiano, Carlo Fidanza, Giovanni Malanchini, Pierfrancesco Maran, Giovanni Mori, Matteo Passoni, Fabio Pizzul, Mariangela Sturaro, Cecilia Strada, Irene Tinagli, Patrizia Toia. Erano assenti per altri impegni Raffaella Paita, Massimiliano Salini e Mariateresa Vivaldini.

Politiche fiscali e un commissario Ue all’economia sociale: sono queste le principali richieste dell’Alleanza della cooperazione lombarda. «Si tratta di interventi che servono a riconoscere la funzione di interesse generale dell’economia sociale in ottica di sussidiarietà e prossimità, tra cui una revisione del regime degli aiuti di Stato; politiche di promozione di investimenti pubblici e privati che favoriscano lo sviluppo di una finanza a impatto sociale; politiche di supporto all’occupazione stabile, all’inserimento lavorativo di soggetti fragili ed al protagonismo economico dei lavoratori delle imprese», sottolinea il presidente dell’Alleanza, Attilio Dadda.

«Riteniamo che l’Unione europea debba intraprendere politiche capaci di riconoscere le peculiarità e la distintività cooperativa, forma d’impresa di prim’ordine tra i soggetti che operano nella sfera dell’economia sociale e di prossimità, sia per numero di lavoratori impiegati che per redditività generata», gli fa eco il co-presidente Massimo Minelli. «La gestione dei fondi strutturali deve guardare con attenzione alla capitalizzazione delle imprese cooperative, alla valorizzazione di strumenti finanziari cooperativi a fini sociali, alla promozione dei workers buyout in forma cooperativa come strumento di politica attiva del lavoro».

Il documento chiede all’Unione europea il riconoscimento delle peculiarità e la distintività cooperativa per dare impulso ad una reale crescita di questo comparto produttivo entrato nel 2021 tra i 14 ecosistemi dalla nuova strategia industriale dell’Ue. È un ambito di particolare interesse per la Lombardia, prima regione italiana per numero di organizzazioni e addetti impiegati in Italia. In Lombardia sono 320mila gli addetti dell’economia sociale, di cui 200mila occupati solo dalla cooperazione attraverso diecimila cooperative (nella regione si calcolano in totale 62mila organizzazioni attive in questo ambito). Il cluster, se paragonato al settore manifatturiero (il più grande in termini di forza lavoro nella regione), rappresenterebbe un terzo degli addetti.


L’Ue riconosce tra i soggetti economici dell’economia sociale: cooperative, associazioni senza scopo di lucro, fondazioni e imprese sociali, impiegate in diversi settori (servizi sociali e di assistenza, agroalimentare, facility management, edilizia abitativa, attività culturali e sportive, energia a prezzi accessibili). Il piano d’azione europeo identifica come attori dell’economia sociale quei soggetti economici che pongono al primo posto le persone e gli obiettivi sociali e/o ambientali rispetto al profitto, che reinvestono la maggior parte degli utili e delle eccedenze per attività di cui beneficiano i membri o gli utenti (definito come “interesse collettivo”) o la società nel suo complesso (“interesse generale”), promuovendo inoltre una governance democratica e partecipativa.

Dai dati presentati dalla Regione Lombardia nel position paper “La Lombardia in Europa” firmato anche da Agci, Confcooperative e Legacoop, il cluster Proximity e social economy è al 4° posto, con 32,4 addetti ogni 1.000 abitanti in termini di occupati, sopra il cluster Mobility transport automotive, attestando un importante posizionamento dell’economia sociale in Lombardia in termini occupazionali rispetto agli ecosistemi produttivi europei.

Delle elezioni europee si occupa il numero del nostro magazine di maggio intitolato “L’Europa da rifare”, che il 31 maggio presenteremo in un incontro pubblico via streaming sui canali social di VITA (LinkedInFacebook e YouTube).

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