Volontariato

Venite a scoprire la vera Quarto Oggiaro

Nel quartiere spesso dipinto come far west c'è la più alta concentrazioni di realtà del terzo settore di Milano. E non è l'unico record positivo di un territorio in cui "si è realizzato un pezzetto del nuovo welfare". Ecco la voce dei protagonisti

di Gabriella Meroni

Altro che far west, centrale dello spaccio, culla di faide e covo dei Tatone e di altri boss. La vera Quarto Oggiaro, a detta di chi ci vive tutti i giorni, è lontana anni luce da come la dipingono i giornali, calati qui non a caso solo dopo un paio di morti ammazzati. E oggi a testimoniare tutto questo arriverà anche il sindaco Pisapia, che il terzo settore si prepara a incontrare. "Questo quartiere detiene un record positivo di cui nessuno parla", dice a vita.it Gianluca Alfano di Acli Lombardia, "e cioè quello della massima densità associativa di tutta Milano. Qui hanno sede e operano tantissime associazioni che lavorano tanto e bene a fianco della gente". 
Per rendersene conto basta andare in piazza Capuana (nella foto), cuore pulsante del quartiere, già famosa per aver fatto da sfondo ai traffici di droga del film Fame chimica. Un cliché, anche in quel caso. Non perché i problemi non ci siano, ma perché proprio in piazza Capuana ha sede una delle iniziative più riuscite delle associazioni di Quarto, il progetto Agorà di cui Alfano è uno dei coordinatori: uno sportello di segretariato sociale, un servizio di accompagnamento per anziani, doposcuola, supporto pedagogico per mamme e bambini fino a tre anni, sostegno alle famiglie fragili, laboratori per ragazzi e perfino un gruppo di acquisto solidale. Attivo da tre anni, il centro (che si avvale di oltre 50 volontari e una decina di operatori del Comune, che "qui ha investito tantissimo" come riconoscono tutti) ha visto passare più di 2200 persone, e nessuna è stata mandata via senza una risposta.
"L'obiettivo primario di tutti noi non è portare progetti calati dall'alto, ma stimolare i cittadini ad agire in prima persona", continua Gianluca Alfano, "sensibilizzandoli, aiutandoli a tirare fuori le loro risorse. Siamo facilitatori, non protagonisti". Agorà – che le Acli definiscono "un sogno che si avvera" – è realizzato con l'associazione familiare Con Voi e Civitas, e rappresenta il segno più visibile di una collaborazione tra realtà del terzo settore che ha portato negli anni recenti a creare un'associazione di secondo livello, Vill@perta, che ha sede nella storica Villa Scheibler, simbolo del quartiere, e riunisce 19 organizzazioni (l'elenco completo qui). "Un caso raro di collaborazione vera", spiega Alfano, "perché sappiamo tutti che nel non profit spesso le associazioni si fanno la guerra, invece di aiutarsi. Qui è accaduto il contrario: a Quarto Oggiaro c'è un pezzetto di nuovo welfare, è un quartiere laboratorio che può essere di esempio per altri territori". 
Insomma il contrario di quello che si è letto in questi giorni sui giornali. "E' questa la contronotizia di cui nessuno parla", conclude Gianluca Alfano, ma come lui sono tanti che, preferendo rimanere anonimi, si sfogano contro giornali e televisioni che rimangono ancorati a una Quarto Oggiaro che non c'è più. E anche se qualcuno non nasconde che i pestaggi ci sono ancora, e che nel trattare con certe persone occorre una dose supplementare di diplomazia, c'è anche chi cita numerosi casi di ex abitanti del quartiere che si erano trasferiti altrove per paura, e che oggi invece tornano: "Si sono resi conto che le cose cono cambiate, e che oggi qui si sta meglio. I rapporti umani non si sono persi, e poi se si ha bisogno di una mano c'è sempre qualcuno pronto a dartela".
 


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