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Venezuela: tutti i seggi a Chavez, ma il 75% si è astenuto dal voto
Le forze di opposizione si erano ritirate dalle elezioni di ieri in segno di protesta. E secondo molti ha "vinto" solo l'astensione.
Un’ Assemblea nazionale di 167 membri composta praticamente solo dal Blocco per il Cambiamento che sostiene il governo e un’altissima astensione che ha coinvolto forse tre quarti dei votanti sono i dati rilevanti delle elezioni legislative svoltesi ieri in Venezuela. Le forze di opposizione si sono ritirate per protesta contro la mancanza di trasparenza dei comizi.
Alle 21:00 (le 2 italiane), il presidente del Consiglio nazionale elettorale (Cne), Horge Rodriguez, ha letto il primo bollettino riguardante l’andamento dello scrutinio che, sulla base del 79,1% dei voti, indicava da un lato un’astensione del 75% e l’89% di voti espressi a favore del Movimento Quinta Repubblica, principale animatore del Blocco per il Cambiamento che appoggia il presidente Hugo Chavez. Uno dei responsabili del Mvr, William Lara, ha poi precisato che il suo partito ha conquistato da solo ben 114 seggi dell’Assemblea.
Il sistema di votazione elettronico, che e’ stato duramente criticato dall’opposizione, ha comunque funzionato, e permesso una rapidissima affluenza dei dati a Caracas. Interpretando il sentimento degli avversari di Chavez che hanno ritirato i candidati dal voto, il segretario della socialdemocratica Azione democratica (Ad), Henry Ramos, ha definito ”ridicolo” il risultato, osservando che ”il governo, credendo in quello che dice, si e’ posto come obiettivo di portare alle urne 10 milioni di persone (delle 14,4 aventi diritto) e alla fine ne ha portate solo 2,5 milioni”. Lara ha ribattuto che, alla fine, l’astensione non sara’ del 75 ma del 67%, sostenendo che una campagna di attentati, il boicottaggio e le avverse condizioni atmosferiche hanno contribuito a mantenere i venezuelani lontani dalle urne.
Con la nuova configurazione dell’Assemblea nazionale il governo dispone dei due terzi necessari per apportare le modifiche alla costituzione che il capo dello stato ha da tempo nel cassetto.
Ore prima dell’inizio delle operazioni di voto, esplosioni hanno danneggiato in due punti un tratto dell’oleodotto Amuay-Cardon, in quello che il vicepresidente Jose’ Vicente Rangel ha definito ”un miserabile attentato terroristico”.
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