Formazione

Venezia-Bassano il treno senza speranza

di Redazione

SCOSSE. Non fosse per il terremoto de L’Aquila che lo impedisce, ci sarebbe quasi da ridere con questa storia delle “scosse” che potrebbero scuotere Palazzo Chigi, la maggioranza di governo, in una parola Berlusconi. È stato il più interessante dei politici “a riposo” (nel senso di incarichi governativi, insomma statista) a lanciare l’immagine. «Abbiamo un premier dimezzato, la vicenda italiana potrebbe conoscere delle scosse?», dice Massimo D’Alema in televisione, assicurando che il movimento tellurico non viene però dall’opposizione, pure sempre pronta a fare il suo mestiere. Il movimento anti Berlusca arriva dall’interno del centrodestra. Dunque il “complotto” di cui ha parlato spesso il presidente del Consiglio in questi giorni trova inaspettatamente una conferma dagli avversari politici. I nomi non si fanno ma si sussurrano. Sono quelli di tecnocrati tipo Mario Draghi, il governatore della Banca d’Italia, che però non è certo un uomo di centrodestra. E tuttavia le scosse qualcosa significano: un avvertimento, un rumore di sciabole? Prima della visita a Obama comunque, per gli amanti del genere.
PENDOLARI. Da Venezia a Bassano del Grappa ci sono 60 chilometri. Settantasei anni fa il treno ci impiegava un’ora e 16 minuti. Partenza dalla Laguna alle 17.55. Arrivo a Bassano alle 19.11. Questo nel 1933. Oggi siamo in tutt’altro mondo. C’è internet e non c’è il fascismo. Quel convoglio però è rimasto lo stesso. Con un’unica differenza: per coprire quei 60 chilometri nel 2009 ci vogliono un’ora e 27 minuti. Undici minuti in più. E sapete come si chiama quel treno? Taf, treno ad alta frequentazione. Sì, di pendolari scoraggiati.
VILLAPUTZU. La Gelmini lo aveva detto: la scuola è una cosa seria, basta con le promozioni regalo. A Villaputzu, provincia di Cagliari, l’hanno presa in parola e in una scuola media con 160 studenti, i bocciati e i non ammessi all’esame di licenza sono stati 40. Uno su quattro. I docenti infatti hanno deciso di non far ricorso al cosidetto sei rosso, salvagente escogitato da alcuni presidi per evitare bocciature di massa.
HULK. Torna il colosso verde. Lou Ferrigno, in arte Hulk. L’Incredibile Hulk. A levarlo dalla naftalina ci ha pensato un Michael Jackson giù di forma. Che per rimettersi in carreggiata con il fisico ha assoldato un personal trainer di 57 anni, due metri di altezza, corazzato da una montagna di muscoli, frutto di una vita da culturista. Il povero Michael però oggi peserebbe appena 57 chili e accetterebbe di mangiare appena una volta al giorno.


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