Non profit

Veltroni sotto scacco

Cronaca giudiziaria e cronaca politica si intrecciano dopo la bufera di Napoli

di Franco Bomprezzi

 

Oggi Walter Veltroni ha il compito quasi impossibile di imprimere una svolta alla difficile situazione nella quale si trova il Pd, dopo le numerose vicende giudiziarie e politiche delle ultime settimane. L’intreccio fra cronaca giudiziaria e cronaca politica è puntualmente registrato dai giornali. Ecco un’ampia scelta di servizi e commenti.

 

 

“Appalti, la Regione nel mirino”: dopo il comune, si allarga l’indagine. Mentre la Camera nega l’arresto per l’onorevole Margiotta, l’inchiesta sul “sistema Romeo” punta alla struttura politica governata da Bassolino. Per Napoli nella bufera su Repubblica molte pagine. L’avvio è di Giuseppe D’Avanzo, “Punta sulla Regione la maxi-inchiesta sugli appalti”: ampio pezzo con numerosi virgolettati delle intercettazioni, nelle quali due new entry. Paolo Cirino Pomicino e, evocato, Francesco Rutelli (che è andato in procura spontaneamente, pur essendo estraneo ai fatti). Si discute di appalti e di come indirizzare le scelte… Dal canto suo Romeo (5 ore di interrogatorio) dice la sua: “Non sono il burattinaio degli affari”, come recita il titolo di pagina 5. E ancora: «Faccio l’imprenditore, devo andare d’accordo con tutti. E non posso avere nemici». «Il sistema Romeo non esiste»; «Dal 1990 a oggi, da quando ho vinto la gara per la gestione del patrimonio immobiliare, non mi è stato conferito un solo appalto dal comune di Napoli» (sarà vero, ma oltre all’edilizia popolare milanese, oggi Repubblica svela che la sua società fornisce servizi alla Consip, un servizio integrato a Firenze e gestisce a Roma 44mila case popolari: Alemanno annuncia controlli su tutti i suoi appalti). Nel prosieguo, intervista a Paolo Cirino Pomicino (a firma di Francesco Bei): “Dopo 16 processi riecco Cirino Pomicino «Inchiesta assurda, la politica perde comunque»”. «ormai sono un vecchio arnese in soffitta… Ritengo Romeo una persona per bene. Non è mica uno nato ieri: ha un know how di rango, che gli ha fatto vincere una serie di appalti prestigiosi da Venezia a Firenze» [sic]. Il sindaco e il governatore dovrebbero dimettersi. «Destra, sinistra, l’origine di tutto sta nella crisi dei partiti. Ormai si è sfarinato tutto. Con tutti i loro difetti, i partiti garantivano un controllo democratico sulle istituzioni». Prima quando c’erano i vecchi partiti, «non era un Eden, ma era una città governata» [doppio sic]… Sulla questione, anche una intervista di Umberto Rosso a Fausto Bertinotti: “Caro Walter, ammettiamolo il partito leggero ha perso a sinistra serve un big bang”. Mentre la prima tangentopoli la spiega con il fatto che «i partiti per salvare se stessi occupavano tutto, fagocitavano lo Stato», oggi «i partiti diventano partiti dei leader e si dissolvono». così nascono i «potentati locali»… Costruttori e immobiliaristi sono diventati importanti «perché i piani urbanistici, e quindi il ruolo pubblico, subiscono una revisione attraverso quel che viene definito urbanistica contrattata. Il potere pubblico entra sistematicamente in una contrattazione con i privati»… «Occorre riaprire la discussione sulle forme di democrazia del territorio… È il momento di reniventare i partiti democratici, di massa e pesanti»… “Il Paese senza dimissioni” è il titolo del bell’editoriale di Francesco Merlo: «Le dimissioni in Italia sono sempre state una nobile rarità. Ma solo ora sono diventate ignobili, ripugnanti e vili. E dunque davvero qui non si dimette più nessuno». Prosegue dalla prima a pagina 33: «una volta ci si dimetteva anche per amor proprio»… «Non è vero che dimettersi significa ammettere la propria colpevolezza penale ma soltanto la propria inadeguatezza. Dimettersi è dire “sorry” e scansarsi, confessare l’errore e non il crimine».

“Appalti e politici, la verità di Romeo”. Apre così il Corriere della Sera di oggi, mentre la Camera dice no (con voto bipartisan) all’arresto del pd Margiotta. La cronaca: «Quattro ore davanti ai magistrati napoletani per raccontare la sua verità: Alfredo Romeo…Ha negato l’esistenza di un Sistema. E ha spiegato che il suo progetto imprenditoriale era diventare consulente fisso del Comune di Napoli». Sulla questione morale Gian Antonio Stella firma l’editoriale sotto il titolo “la soluzione sbagliata”: «…Non hanno senso a destra certi commenti del tipo “chi di tangenti ferisce, di tangenti perisce”. Sono forse comprensibili…Ma non hanno senso. Così come pare insensato quel sollievo a sinistra nel sottolineare che nelle retate e negli scandali di questi giorni, fra tanti esponenti del Pd, è rimasto invischiato anche qualche protagonista della destra, quale ad esempio Italo Bocchino. Il guaio è che il nodo della corruzione in Italia..è rimasto irrisolto dai tempi in cui Silvio Berlusconi racconta che “a Milano non si poteva costruire niente se non ti presentavi con l’assegno in bocca…” La tentazione che pare serpeggiare qua e là, a destra e a sinistra, è quella di uscirne dando una regolata alla magistratura…Ma ammesso che qualche giudice abbia esagerato: sarebbe questa la soluzione?»,

 

“Appalti, spunta un filone romano” titola in primo piano La Stampa. Nelle prime pagine dell’edizione odierna, il quotidiano di Torino punta i riflettori sul sospetto dei Pm che conducono l’inchiesta sugli appalti sporchi a Napoli che “il sistema Romeo”, ovvero la rete creata dall’immobiliarista arrestato mercoledì scorso a Napoli, «sia una struttura in grando di operare fuori dai confini del mero territorio cittadino e provinciale» arrivando fino alla capitale.

 

Il Giornale ci dà dentro e apre con lo sbarco dell’inchiesta sulle amministrazioni Pd a Roma (da pagina 1 a pagina 15!). Niente di nuovo dal punto di vista delle rivelazioni: foto grande di Rutelli che proprio ieri ha annunciato querela contro il Giornale. E sommario che scagiona Alemanno: lui ha revocato tutti i contratti delle precedenti giunte. Intervista a Fabrizio Rondolino, già ufficio stampa di D’Alema: la sua tesi è che il partito dei giudici si è smarcato dal Pd. Due segnali: l’uscita di Violante “che si smarca dal giustizialismo» e l’intervento di Zagrebelsky. Poi un retroscena sull’alleanza con Di Pietro: «Veltroni stava smarcandosi ma poi arrivò il sondaggio lanciato da Repubblica «per il quale non si poteva marciare senza Di Pietro». E su Del Turco: «Un anno fa ci hanno detto che avevano prove inoppugnabili contro Del Turco… Oggi ci vengono a dire che servono più tempi per le indagini? E le prove schiaccianti dove sono?». Infine un editoriale interessante di Michele Brambilla: «Un complotto delle toghe. Ora il Pd sospetta di Di Pietro. C’è chi dice Tonino burattinaio della magistratura».

“Veltroni: unità contro l’emergenza”. Questo il titolo della pagina che il Sole 24 Ore dedica all’affaire Pd-magistrati-Napoli. Oggi c’è la direzione del partito, e il Sole prova a speculare: cosa accadrà? No al partito leggero e ritorno a quello tradizionale (più controlli); modifiche alle primarie (non sempre, non ovunque); ritocchi al Codice Etico, troppo «garantista». Spalla dedicata a Berlusconi (foto ovviamente del bicchier d’acqua…) che ha buon gioco a fare il garantista «da sempre» come ha detto ieri e a «non infierire» sugli avversari. Intanto a Napoli si continua a interrogare Romeo, che si difende: niente appalti truccati a suo favore, il «sistema Romeo» non esiste.

“Berlusconi frena i processi politici” è il titolo di Italia Oggi a pag. 6. In base all’articolo, che descrive la riforma della giustizia del Pdl, le indagini dei pm e le intercettazioni dovranno essere limitate al massimo solo per arresti gravissimi, come terrorismo internazionale  e reati di stampo mafioso, delitti che hanno pene oltre i 15 anni. Cioè, 5 anni in più rispetto alla prima versione della riforma di cui lo stesso premier aveva parlato come limite perché fosse possibile il controllo delle telefonate da parte dei giudici.. Ieri, nel suo intervento alla sesta conferenza degli ambasciatori d’Italia,  il premier ha detto che la riforma della giustizia penale va nella direzione voluta dai cittadini, mentre per quanto riguarda la riforma del processo civile, già passata all’esame di un ramo del parlamento, i tempi della giustizia verranno ridotti di un terzo.
Il giorno dopo la bufera su Napoli, secondo Italia Oggi, il premier schiaccia il piede sull’ acceleratore e rilancia: la riforma della giustizia va fatta, e subito. Sistema giustizia che in queste ore sta travolgendo il Pd. Walter Veltroni riunisce oggi il gruppo dirigente del partito. I nodi politici all’ordine del giorno sono numerosi. Veltroni illustrerà, in un ampia relazioni, quali potrebbero essere i correttivi da fare. Del resto sostiene Italia Oggi, la questione morale non può diventare la foglia di fico che copre le vergogne. Veltroni chiederà un segnale forte e chiaro con regole precise sul codice etico, sullo statuto, sulla scelta delle candidature. Chiederà più poteri per agire direttamente e tempestivamente sulle situazioni che coinvolgono in vicende giudiziarie dirigenti e amministratori. Italia Oggi specula che chi si aspetta una rottura tra le correnti sulla leadership resterà deluso: nessuno vuole l’implosione del partito. Nessuno scontro, ma neppure nessun direttorio alla guida del partito. Resterà Veltroni e basta.
“Per Romeo, il sistema non esiste”, altro servizio a pag 4 di Italia Oggi. Per il gip Paola Russo, si sta indagando su una consorteria dal malaffare. L’ immobiliarista Romeo invece, interrogato per 4 ore, si difende e nega tutto. Secondo il gip, l’inchiesta descrive un contesto in cui «nei progetti di appalto, i bandi di gara venivano strutturati e talvolta conferiti, non già operando scelte improntate all’osservanza dei corretti principi di imparzialità, competenza, professionalità e buona amministrazione, bensì privilegiando il rapporto di contiguità e premiando l’unico imprenditore mostratosi, nel tempo, propenso ad erogare e comunque a contraccambiare». Dall’altra parte invece, un sistema Romeo, ha sostenuto durante l’interrogatorio il diretto interessato, non è mai esistito. A sostegno della posizione di Romeo, i suoi avvocati hanno  tenuto a precisare che «nelle contestazioni al loro assistito, non si parla del versamento di alcuna tangente» e che il versamento di somme di denaro ad un’associazione di volontariato dell’ex parroco di Forcella, don Luigi Merola, «è stato a  titolo gratuito fatto alla luce del sole e mai sollecitato da nessuno». Anche se non ci sono mazzette, secondo il gip, il reale beneficio dell’imprenditore era quello di far entrare nella sua orbita assessori, consiglieri politici e funzionari pubblici disponibili a poterlo favorire mentre per questi vi era «la consapevolezza che l’ingresso in quella cerchia si sarebbe materializzato non solo in benefici di vario genere come l’assunzione di manodopera (che influisce indirettamente sul proprio bacino elettorale) e alla sponsorizzazione politica che Romeo avrebbe potuto assicurare in virtù dei rapporti che lo legano ai vertici nazionali dei partiti». Romeo, nell’interrogatorio, si è soffermato sul fatto che «nessuno degli appalti al centro dell’inchiesta è stato poi bandito, non superando i requisiti minimi per l’aggiudicazione della gara» e che l’oggetto delle conversazioni con gli amministratori si sarebbe limitato proprio a «stabilire quali erano i requisiti minimi che avrebbero dovuto osservare per aggiudicarsi gli appalti».

Su Avvenire richiamo in prima “Napoli, nega tutto l’uomo-chiave. Sarà sciolto il consiglio di Pescara”, poi ripreso da pagina 7, 8 e 9. Mentre nel carcere di Poggioreale l’imprenditore napoletano respinge gli addebiti a suo carico («in 20 anni ho avuto un solo appalto»), a Pescara, il sindaco dimissionario Luciano D’Alfonso, da lunedì scorso agli arresti domiciliari, si è difeso dall’accusa della procura di aver intascato tangenti per 200mila euro: «niente mazzette, insomma, regali sì da qualche imprenditore in vista, ma nei limiti del lecito e, semmai, frutto di vecchie, consolidate, amicizie. Nient’affatto ricambiate, quel che conta, da atti amministrativi favorevoli». Ma non sembra che i giudici siano rimasti convinti. Mentre i fedelissimi non gli fanno mancare solidarietà, a Roma risuona severa la voce del ministro dell’Interno Maroni «Il consiglio comunale di Pescara sarà sciolto il 5 gennaio prossimo». Diversa la posizione nei confronti del deputato del Pd Salvatore Margiotta, cui la Camera si oppone. Il solo gruppo a votare per la misura cautelare è l’Idv: «Noi voteremo sempre sì all’autorizzazione a procedere» ha detto Di Pietro «Qualunque sia la richiesta dei magistrati, prescindendo dalle valutazioni di merito», perché  «noi ci assumiamo la nostra responsabilità». Immediate le reazioni di Pd e Pdl: «Le persone non si arrestano perché dall’arresto derivi qualche responsabilità di colpevolezza, ma solo quando quella colpevolezza si evince già dagli atti», ha detto Murizio Paniz, avvocato penalista, per il quale votare “no” agli arresti domiciliari per Margiotta, non è difendere un privilegio ma applicare la costituzione.

E inoltre sui quotidiani di oggi:

Eluana

La Repubblica – Sul caso Englaro (che è ancora a Lecco) un pezzo di Marco Politi: “Nasce la fronda dei preti di frontiera «Difendiamo la scelta della ragazza». Sono due i  documenti il primo di 5 preti toscani, il secondo di 10 friulani. La sostanza è la stessa: «sono il piccolo segnale di un mondo cattolico, assai vasto, che non ha condiviso la durezza con cui la gerarchia ecclesiastica giudicò Piergiorgio Welby e oggi domanda rispetto per la scelta di lasciar concludere una vita sorretta solo dalla tecnica». Qualche citazione dal documento friulano: si può immaginare che esistano questioni morali «che non sono di competenza della libertà di coscienza di ciascuna persona?…. Davvero ci si può sostituire a Dio, affermando di conoscere la sua volontà riguardo alla sofferenza e alla morte delle persone?».

Avvenire – Intervista a Barbara Massa Micon, la neurochirurga del Cto di Torino che insieme a Sergio Canavero, ha applicato a una paziente in stato vegetativo la stimolazione corticale, ottenendone il risveglio (risponde a stimoli semplici e deglutisce da sola).

Corriere della Sera – Il 13 gennaio 2006, Greta Vannucci, 17 anni, è vittima di un incidente automobilistico. La ragazza entra in stato vegetativo permanente. Nell’agosto 2007, Greta subisce l’impianto di due piastrine di elettrostimolatori tra calotta cranica e meningite più esterna. È il primo intervento di questo tipo al mondo. Ieri i medici hanno annunciato che la ragazza è entrata in uno stato minimamente cosciente: risponde ad alcune stimolazioni.

Il Giornale – Dietrofront della clinica di Udine secondo il Giornale. «Non vuole perdere le convenzioni pubbliche». «Pronti a interrompere l’alimentazione ma solo se arriva l’autorizzazione scritta della Regione».

Parmalat

La Stampa – Due pagine di Primo Piano al processo Parmalat, con la condanna a dieci anni per Callisto Tanzi per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio. E’ prevalsa la tesi di Tanzi come “unico colpevole”, assolti Bank of America, i consiglieri, i componenti dell’ex cda, direttori, contabili, revisori dei conti ed ex sindaci (in tutto erano 29 le persone sottoposte a rinvio a giudizio). A dolersi del verdetto è tra gli altri la rappresentante dei consumatori dell’adusbef, l’avvocato Marisa Costelli che dice a La Stampa: «Ne usciamo senza soddisfazione morale né economica: la capostipite delle banche chiamate in causa, ovvero Bank of America, viene tratta in salvo».

Economia nel sociale

Avvenire – “Così il non profit può battere la crisi”. La stretta creditizia mette in difficoltà associazioni, cooperative sciali ed enti religiosi. La proposta del Gruppo Re, società da 25 anni al servizio della Chiesa: creino un fondo di garanzia a tutela dei prestiti o finanziamenti a vario titolo contratti da Enti prestabiliti: «È la soluzione ideale per alcune famiglie religiose, in cui un ente periferico potrebbe essere valutato i modo parziale e non risultare idoneo ad ottenere un prestito ad esempio per ristrutturare un centro d’accoglienza che di per sé non genera reddito», dice Lorenzo Bonetti, coordinatore del Gruppo. «Se però questo ente viene riconosciuto da una banca partner come appartenente a una Congregazione  che ha un preciso accordo con direzione generale, ci troveremo di fronte a una richiesta di facile accoglimento e a condizioni più vantaggiose».

Ruanda

La Stampa – Un pezzo di Domenico Quirico ricorda il genocidio ruandese del 94, durante il quale 800 mila persone, tutsi e hutu dell’opposizione, furono massacrate da uomini della guardia presidenziale, da miliziani del partito unico e da giovani hutu. Ieri il tribunale penale internazionale di Arusha ha condannato all’ergastolo il colonnello Théoneste Bagosoara, una delle “menti” del genocidio, insieme al colonnello Nsengiyumva e al maggiore Nabakuze. Ma «non tutto appare così definitivo» «come sempre succede quando si affondano le mani in questa immane tragedia» scrive Quirico. Perché il tribunale ha prosciolto gli accusati dall’imputazione di «intesa al fine di commettere un genocidio» prima del 7 aprile 1994, quando gli squadroni della morte hutu iniziarono la caccia all’uomo per le vie di Kigali e nei villaggi del Paese: i tre imputati hanno commesso reat che rientrano sotto la voce genocidio ma non esisteva un progetto preventivo di annientare il popolo hutu. «La “Shoah africana” resta un problema aperto».

Servizio Civile

Corriere della Sera – Doppia pagina di radiografia sul “servizio civile, l’esercito del sud”. Cose note ai lettori di vita: la pochezza dei fondi, la metà dei volontari che vivono al sud e il calo delle domande da parte dei giovani. Nel pezzo interventi di Carlo Giovanardi, Licio Palazzini e Fausto Casini.

Povertà

Avvenire – “Crisi economica, crescono i furti nei supermercati” (pag. 10). Negli ultimi 12 mesi sono aumentate del 4,1% mentre oltreconfine sono 0,8%. Lamette da barba. Cartucce per stampanti, formaggi, carni e salumi, sono i generi che spariscono più spesso dagli scaffali. Sant’Egidio segnala alcuni dati sulla crescente povertà italiana presentando la guida annuale Dove mangiare, dormire, lavarsi a Roma, giunta quest’anno alla XIX edizione.

Solidarietà
Corriere della Sera – Coda al servizio di ieri sulla presunta crisi delle donazioni a Milano. Nella cronaca cittadina il Corriere raccoglie due interviste a due milanesi che hanno rinunciato a fare solidarietà. Pierluigi Maruca: «Costretto dopo dieci anni a cancellare le donazioni. C’è Crisi, prima la famiglia». Nando Rossini: «Non posso fare elemosina. Ma ora sono volontario e assisto i clochard di notte».  

Dislessia

Avvenire – “Impegno bipartisan per aiutare i ragazzi dislessici”. Sono in discussione al senato due disegni di legge di maggioranza e opposizione quasi sovrapponibili  quanto a contenuti per integrare gli strumenti didattici e formare gli insegnanti . Obiettivo: favorire il percorso scolastico oggi assai problematico di circa 400mila alunni con problemi di lettura, scrittura e calcolo.

 

 

 


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