Politica

Veltroni: «ridurre il debito, primo passo per il riformismo»

Le proposte dell'ex leader Pd

di Redazione

“In questo tempo di caos” il riformismo “è il bisogno assoluto”. Lo scrive Walter Veltroni in una lettera a La Repubblica in cui spiega di riferirsi ad un riformismo “che non è moderatismo , che si alimenta della curiosità del futuro e non della nostalgia del passato, il riformismo che parla a chi è più giovane”. Il fondatore del Pd evoca un “patto nazionale per ridare al nostro paese, stanco e sfiduciato, il desiderio di ricominciare ad investire, a creare, a crescere, a considerare l’Italia come il miglior posto del mondo in cui vivere e lavorare. Ma occorre proporre al paese una autentica rivoluzione democratica. Il cui primo passo è la riduzione del macigno del debito pubblico” e “io rimango dell’idea che, come fu fatto con l’Eurotassa, un governo autorevole, il che esclude Berlusconi, avrebbe il dovere di proporsi di portare all’ottanta per cento il debito entro il 2020”. Altri punti indicati da Veltroni, “un nuovo patto del lavoro che, secondo la proposta Ichino, giustizi la precarietà e elevi la produttività, una riforma fiscale che contrasti l’evasione in un contesto di ‘pagare meno, pagare tuttì”. E poi, fra l’altro, “la fine dell’occupazione partitica della Rai”, “il dimezzamento da subito dei parlamentari e un sistema elettorale bipolare e uninominale”,individuazione di dieci opere infrastrutturali fondamentali per il Paese. E ancora: “partiti più lievi possono ritrovare il senso della loro passione ed essere più aperti, come da progetto originale del Pd”. Il tutto, spiega Veltroni, “per spezzare il più pericoloso elemento di continuità della storia italiana: l’immobilismo rissoso”


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