Non profit
Vegetariani: lobby Ogm dietro falso scoop pasta
Dura nota dell'Associazione Vegetariana Italiana sulle rivelazioni della stampa tedesca.
Sulla polemica “spaghetti Ogm”, lanciata ieri dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, interviene l’Associazione vegetariana italiana. “Quello di ieri”, scrive l’Avi. in una nota, “è un attacco alle nostre certezze. La pasta è la nostra sicurezza, è l’alimento simbolo della cucina italiana ma anche dell’alimentazione mediterranea vegetariana. Attaccare la pasta, è come attaccare tutta la cultura italiana e la nostra ristorazione, oggi più che mai apprezzata in tutto il mondo. Una mossa che può far comodo a quanti tendono uniformare l’alimentazione a un enorme fast food”. Secondo l’Avi, “dopo mucca pazza, i polli alla diossina, la soia transgenica, i pesci e i molluschi inquinati, ora è il momento di cereali, frutta e verdura… arricchiti di muffe, pesticidi e radiazioni nucleari”.
“Tutto è possibile”, prosegue la nota, “se da una parte in questo nostro mondo sta crescendo la consapevolezza di quello che ci circonda, dall’altra il profitto è sempre più fonte di attrazione ed è alquanto difficile distinguere se l’informazione che ci arriva sia reale o distorta da interessi economici.
Sarà un caso, ma l’articolo in questione appare proprio nel momento in cui si sta prendendo in esame la riforma delle regole comunitarie per il grano duro.
Inoltre creare una forte apprensione nel consumatore su tutto ciò che il mercato alimentare propone, generare paure e confusione potrebbe risultare comodo a quanti fino a oggi hanno puntato sulla quantità prodotta e non sulla qualità.
Sparare a zero su tutta la produzione agricola, dire che il grano potrebbe essere già da decenni inquinato anzi, peggio, radioattivo, potrebbe essere un argomento valido e sostenuto da chi sulla manipolazione genetica ha puntato tutto.
Non facciamo fatica a immaginare quale possa essere oggi la posizione di Monsanto, sotto inchiesta in Italia per aver contaminato con soia transgenica la filiera delle sementi”, continua l’Avi, “anche questa azione può essere letta come il tentativo di far apparire oramai inevitabile la presenza di sementi transgeniche su tutti i mercati mondiali. Di arrivare a un punto di non ritorno. Di far arrendere anche gli oppositori a questa metodica di fronte allo stato di fatto. Di portare a una omologazione mondiale delle scelte alimentari”.
Per i vegetariani italiani “il messaggio potrebbe essere chiaro: smettete di preoccuparvi e limitatevi ad acquistare, fidandovi ad occhi chiusi. Ma noi desideriamo continuare a tenere gli occhi aperti e ci arroghiamo il diritto di poter scegliere”.
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