Cultura

Vaticano: sì alla convenzione contro la tortura

La convenzione è stata ratificata ufficialmente oggi dallo Stato della Città del Vaticano. L'atto di adesione è stato firmato personamente dal Papa.

di Daniela Romanello

Uno “strumento valido ed idoneo per la lotta contro gli atti che costituiscono un grave attentato alla dignità della persona umana”, e la cui pratica è “inammissibile ed inumana”: così la Santa Sede, in una nota, definisce la “Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti”, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1984 e oggi ratificata ufficialmente proprio dallo Stato della Città del Vaticano; alla Convenzione, entrata in vigore il 16 giugno 1987, hanno aderito finora 129 Stati. “La Chiesa cattolica – ricorda mons. Renato Martino, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, che consegnerà personalmente all’ufficio del Segretario generale delle Nazioni Unite a New York l’atto di adesione alla Convenzione, firmato dal Papa – si è costantemente pronunciata in favore del rispetto incondizionato della vita stessa e ha condannato in modo inequivocabile” tutti quei comportamenti “che possono ferire l’integrità fisica o morale della persona”, denunciandone i responsabili e domandando “l’abolizione di tali atti”. “E’ in questo spirito – prosegue Martino -che la Santa Sede intende offrire il suo appoggio morale e la sua collaborazione alla comunità internazionale, al fine di contribuire all’eliminazione del ricorso inammissibile ed inumano alla tortura”.

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