Cultura

Vaticano: l’uso della forza mina il multilateralismo

Mons.Migliore:indebolisce cooperazione internazionale su disarmo

di Redazione

La Santa Sede condanna la prospettiva che si sta facendo largo a livello internazionale, sul fatto che l’uso della forza sia considerato “lo strumento più efficace e diretto” per risolvere i conflitti. Ciò non fa altro che “indebolire la cooperazione internazionale in materia di disarmo, invece che rafforzarla”. Lo ha affermato monsignor Celestino Migliore, Osservatore permanente del Vaticano all’Onu, parlando davanti alla Commissione sul Disarmo al Palazzo di Vetro. Da quando è cominciato il conflitto in Iraq, è questo il discorso più categorico e duro nei confronti della dottrina della guerra preventiva pronunciato da un rappresentante della Santa Sede. La Santa Sede ribadisce così alla comunità internazionale l’assoluta necessità di “sostenere gli strumenti per raggiungere il disarmo nucleare così come le misure di ‘confindence-building’ nel settore delle armi convenzionali”. Le tecniche di mediazione negoziali e di verifica, afferma con decisione monsignor Migliore “sono attualmente in fase di avanzamento. Il sistema di controllo delle armi che sembra essere stato efficace ed ha portato a risultati significativi negli ultimi decenni, ha solo bisogno di essere rafforzato per risolvere in modo migliore le nuove sfide e venire incontro a nuove minacce”. Di conseguenza il Vaticano reitera il suo sostegno “ad una attiva messa in atto degli obiettivi contenuti nel Trattato di non proliferazione nucleare, e nel documento finale della Review Conference del 2000. “In questo momento occorre essere consapevoli della gravità della situazione presente: la legge deve essere scelta sul prevalere della forza”. Ogni Paese, inoltre, deve essere animato da un profondo “senso di responsabilità verso il processo di disarmo. Il modo più efficace per rendere ogni membro della Comunità internazionale coerente con gli impegni presi, sembra essere la chiara volontà di adempiere ai Trattati” in un “genuino spirito di multilateralismo”. L’intervento del diplomatico vaticano sembra essere una risposta indiretta a quanto contenuto in un documento pubblicato dagli esperti della Casa Bianca lo scorso dicembre (“National strategy to combat weapons of mass destruction”). In quel testo si affermava che il Trattato di non proliferazione aveva sostanzialmente fallito nel suo intento. Gli Usa mostravano così di essere orientati a mantenere il nucleare. La vera sfida, quindi, non sembrerebbe tanto la dottrina della guerra preventiva, quanto il multilateralismo e l’unilateralismo. Il timore del Vaticano è che se passasse questa linea, il mondo potrebbe assistere ad altri interventi militari.


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