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Vassallo, morire per onestà
Ammazzato dalla camorra il sindaco di Pollica, nel Cilento
Morire per onestà, sotto i colpi di pistola della criminalità organizzata: è successo ieri a Pollica, nel Cilento, dove il sindaco Angelo Vassallo, ambientalista e pescatore, è stato ammazzato in auto. Le indagini si rivolgono in direzione della camorra, interessata a un’area a forte impatto turistico. Ecco come i giornali oggi raccontano e commentano i fatti.
- In rassegna stampa anche:
- NUCLEARE
- AMBIENTE
- SCUOLA
- INFANZIA
- RICERCA
- UNIONE EUROPEA
- IMMIGRAZIONE
- DISLESSIA
- COSA NOSTRA
- REDUCI
Il CORRIERE DELLA SERA sceglie di non dare l’apertura di oggi all’omicidio del sindaco di Pollica, che invece posiziona in taglio medio sotto il titolo “Ucciso in strada il sindaco che difendeva l’ambiente. I pm: l’ombra della camorra. All’interno i servizi occupano le pagine 10 e 11. La ricostruzione dell’assassinio è affidata a Alessandra Arachi (“Sindaco ucciso con nove colpi di pistola. I pm: morto per un no alla camorra”): «Ha visto in faccia i killer. Ha tirato il freno a mano dell’auto e abbassato il finestrino: poi gli spari», così è morto a 57 anni il sindaco-pescatore esponente del Pd. La Arachi raccoglie anche la testimonianza di Raffaele Marino procuratore di Torre Annunziata: «Per il Cilento la morte di Angelo Vassallo è un colpo pesantissimo». Sulla stessa lunghezza d’onda l’ex assessore Gabiella Mazziotti per anni in giunta con Vassallo, che parla di morte annunciata mentre il senatore Gerardo D’Ambrosio lo ricorda come un paladino dell’ambiente. Il ritratto del personaggio è firmato da Fulvio Bufi nell’articolo di pag 11 che fin dal titolo riporta una frase sintomatica pronunciata dal sindaco: “«Ho paura per gli appalti del porto». I timori rivelati a un amico giudice”, il riferimento è allo stop deciso da Vassallo a investimenti sospetti di famiglie napoletane. “«Simbolo di legalità. Per le cosche andava eliminato»”, questa infine la convinzione di Raffaele Cantone, oggi giudice di Cassazione, per anni in prima linea contro i casalesi che rivela come le modalità dell’uccisione siamo in pieno stile camorristico: «Un uomo onesto può essere un ostacolo insormontabile per la criminalità organizzata».
In prima pagina, taglio basso, LA REPUBBLICA sottolinea il grave attentato che ha colpito e ucciso Angelo Vassallo, sindaco di Pollica. “Le cosche tornano a colpire, ucciso il sindaco anti-camorra”. Due le pagine dedicate (10-11). L’apertura, firmata da Roberto Saviano, è seguita dalla cronaca degli avvenimenti. Dice lo scrittore: «Due pistole che sparano, le pallottole che colpiscono al petto, un agguato che sembra essere anche un messaggio. Così uccidono i clan. Così hanno ucciso Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, in provincia di Salerno. Si muore quando si è soli, e lui – alla guida di una lista civica – si opponeva alle licenze edilizie, al cemento che in Cilento dilaga a scapito di una magnifica bellezza. Ma Angelo Vassallo rischia di morire per un giorno soltanto e di essere subito dimenticato». In chiusura Saviano rincara la dose sempre per sottolineare il bisogno di ricordare, «tutto questo non si può tacere. E chi lo tace è complice. Mi viene da chiedere a chi in questo momento sta leggendo queste righe se ha mai sentito parlare di Federico Del Prete, sindacalista ucciso nel 2002 a Casal di Principe. Se ha mai sentito parlare di Marcello Torre, sindaco di Pagani ucciso nel 1980 perché cercava di resistere a concedere alla camorra gli appalti per la ricostruzione post terremoto. E di Mimmo Beneventano vi ricordate? Consigliere comunale del Pci, trentadue anni, medico, fu ucciso nel 1980 a Ottaviano per ordine di Raffaele Cutolo perché ostacolava il suo dominio sulla città. E di Pasquale Cappuccio? È stato consigliere comunale del Psi, avvocato, ucciso nel 1978 sempre a Ottaviano. E Simonetta Lamberti, uccisa a Cava dei Tirreni nel 1982. Aveva dieci anni e la sua colpa era essere la figlia del giudice che andava punito. Le scariche del killer raggiunsero lei al posto del loro obiettivo. Qualcuno di questi nomi vi è noto? Temo solo ad addetti ai lavori o militanti di qualche organizzazione antimafia. Questi nomi sono dimenticati. Colpevolmente dimenticati. Come, temo, lo sarà presto quello di Angelo Vassallo. Ai funerali di Antonio Cangiano, vicesindaco di Casal di Principe gambizzato dalla camorra nel giugno 1988 e da allora costretto sulla sedia a rotelle, non c’era nessun dirigente della sinistra. Tutto sembra immobile in territori dove non riusciamo nemmeno a ottenere il minimo, l’anagrafe pubblica degli eletti per sapere esattamente chi ci governa».
Online il richiamo, simile, di Marco Bracconi sul suo Blog Politica-Pop al “Silenzio di Stato”. «Tutto lascia pensare che il povero Angelo Vassallo fosse una persona perbene, e che ad ammazzarlo sia stata la camorra. Ma se perfino così non fosse, l’omicidio in mezzo alla strada di un sindaco, un rappresentante dello Stato, è cosa abnorme e sconcertante che non può passare sotto silenzio. I media, ieri, hanno fatto il loro dovere. Possibile invece che nessuna figura istituzionale abbia sentito il bisogno o il dovere di dire qualcosa?».
Al di là della cronaca IL GIORNALE mette in evidenza che «Angelo Vassallo, 57 anni, era un pescatore al suo secondo mandato come sindaco di Pollica. Il paese quest’anno aveva ricevuto la bandiera blu per il mare pulito». Inoltre viene fatta una fotografia della situazione nel Salernitano. «Negli ultimi anni gli interessi dei clan si starebbero estendendo anche in località periferiche e la costiera del Cilento potrebbe essere coinvolta in questo fenomeno di espansione dei gruppi della criminalità organizzata. Un ruolo importante, soprattutto in alcuni centri a forte vocazione turistica, svolgerebbe anche il settore dello spaccio di droga e delle discariche. Non è un caso che ai magistrati che stanno indagando sull’uccisione del sindaco Vassallo, sia stato affiancato anche un Pm della direzione distrettuale antimafia di Salerno. Il sindaco avrebbe dato fastidio alle ecomafie».
«Così muore un italiano» è il titolo su un fondo nero che fa da cornice alla fotografia in bianco e nero che ritrae Angelo Vassallo seduto sulle reti da pesca. Così la scelta del MANIFESTO per raccontare l’omicidio del sindaco di Pollica nel Cilento. «Aveva tolto il porto ai privati, combatteva l’abusivismo e le speculazioni, sosteneva Slow Food e non gradiva nemmeno le cicche di sigaretta per strada. (…) era il simbolo di un’altra Campania possibile. Dava fastidio, è stato massacrato» sintetizza in prima IL MANIFESTO che affida a Luigi De Magistris il commento: «La frontiera di un sindaco di sinistra». Scrive l’ex magistrato a proposito dell’omicidio: « (…) ci ricorda come la politica possa diventare il principale obiettivo delle mafie quando dimostra di essere onesta. Quelle mafie che infiltrano le istituzioni, l’economia, il lavoro, la società. (…) Mafie che non bussano più alla porta della politica perché è la politica che bussa alla loro: offrono voti all’aspirante sindaco o parlamentare, in cambio di un lasciapassare negli affari che le amministrazioni, soprattutto locali, gestiscono. Favorendo il crimine che li ha protetti nella corsa al potere. Quando non arrivano a inserire – ed è frequente – nelle liste elettorali uomini di fiducia, pronti a fare i loro interessi». Osserva anche che: «La politica che si fa baluardo di legalità si trasforma in bersaglio mobile delle cosche perché ne esiste un’altra che sceglie di svendersi per vantaggio (…)» e conclude «La battaglia durissima, epocale contro le mafie si può vincere, ma serve volontà. E questa volontà e politica». Nelle due pagine dedicate al fatto intitolate «Ucciso per legalità» viene presentato anche un ritratto dell’uomo «Ambiente e Slow Food, un uomo di sinistra» e il retroscena «Un leghista del Sud. La polemica con il Pd» Parlano anche due amministratori Alfonso Amato, sindaco di Sicignano degli Alburni e Gerardo Rosania del Sel.
Ad Angelo Vassallo è dedicata la fotonotizia in prima del SOLE 24 ORE che lo ritrae sorridente con la bandiera di Legambiente in mano. Se ne occupa Roberto Galullo a pagina 17, “Agguato a Pollica, ucciso il sindaco”. Galullo non ha dubbi sulla matrice del delitto: «Troppi no e molti affari che non potevano tollerare quei rifiuti. Angelo Vassallo, sindaco di Pollica (Salerno), che probabilmente la mano della camorra ha crivellato di colpi (nove) nella tarda serata di domenica per mandare un messaggio chiaro a chi osa opporsi, è morto per aver detto troppi no e aver reso la vita impossibile in 5 anni di amministrazione a chi vuole speculare in questo angolo di Cilento e arricchirsi come altrove, in Campania, è invece sempre più facile». Di spalla le parole del procuratore di Vallo della Lucania, Alfredo Greco: «”Fino a qualche anno fa questa zona era talmente tranquilla e fuori dai grandi giri della criminalità organizzata che i latitanti venivano qui a rifugiarsi, certi che non sarebbero mai stati neppure riconosciuti”. Oggi non è più così. La necessità di espandersi oltre le province di Caserta e Napoli ha portato la camorra a guardare con sempre maggiore interesse ad un’area dal forte impatto turistico. “I terreni – dichiara Greco – fino a ieri avevano un prezzo, oggi hanno acquistato un valore superiore e che probabilmente fa gola ai clan”. (…) Alla vicenda IL SOLE dedica anche uno dei commentini anonimi a pagina 14, “Tolleranza zero contro le mafie”: «Un uomo che si batteva per la legalità, che metteva la tutela del territorio e il bene comune al centro della sua azione amministrativa. Sembra la normalità per un sindaco e invece stiamo ancora una volta parlando di un uomo barbaramente ucciso al Sud in un agguato di camorra. Per i suoi principi e perché i suoi valori molto probabilmente intralciavano gli interessi illegali di qualche cosca. Angelo Vassallo era il sindaco di Pollica, località del Cilento, provincia di Salerno, nel cui territorio ricadono alcune tra le spiagge italiane più belle. Molte Bandiere Blu di Legambiente anche grazie alle campagne di tutela del sindaco, pescatore di professione. Molti turisti grazie alla lotta senza quartiere agli spacciatori e anche ai piccoli gesti per il decoro e la legalità (multe salatissime a chi sporcava le strade). Un omicidio su cui le indagini sono appena iniziate ma chiaramente firmato dalla criminalità organizzata in una zona che non era ancora considerata epicentro camorrista. Leggiamo le dichiarazioni bipartisan che stanno inondando le agenzie di stampa e ci chiediamo se nel Mezzogiorno basta una normale azione di contrasto. Se non bisogna fare di più. Se non serva una reazione durissima dello stato. Un sindaco ucciso è un altro pezzo di stato che se ne va».
Al caso del sindaco Angelo Vassallo ucciso a Pollica nel Salernitano AVVENIRE dedica un richiamo in prima e la pagina 5. Sotto il titolo “Non si può avere paura. Non si deve lasciarli soli” Antonio Maria Mira parla dei sindaci “paladini di legalità” e scrive: «Evidentemente si può morire di buona amministrazione. Di amore per la propria terra. Da soli, di notte, secondo il più classico stile camorrista…». E di “puzza di Casalesi” parla anche l’inviato Pino Ciociola che ricostruisce la dinamica dell’agguato notturno e racconta la commozione e la rabbia della comunità campana per la morte di Vassallo, sindaco antidroga ed ecologista convinto. Mentre crescono i dubbi degli inquirenti sulla matrice del delitto. Il Procuratore di Vallo della Lucania, Alfredo Greco sostiene che i colpi esplosi sono «troppi per un territorio dove non si è mai registrata una mentalità violenta». Sulla “pista camorristica” sembra essere più prudente il Presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli : «Bisogna aspettare l’esito delle indagini, L’agguato è abbastanza anomalo e la camorra non è più quella degli anni ’80 e ‘90». L’articolo di taglio basso ricorda però che “il Cilento è entrato nelle mire dei clan” e fa gola alla malavita, soprattutto con le costruzioni abusive.
Lancio in prima su LA STAMPA e doppia pagina per l’uccisione del sindaco campano, Angelo Vassallo. Oltre alla cronaca, le reazioni, e le paure di un paesino come quello di Pollica, sulla costa salernitana, a pagina 3 trovano spazio un commento-cronaca di Guido Ruotolo e un’intervista a Carlo Petrini (Slow Food). Vassallo era infatti impegnato nel movimento di riscoperta delle radici e delle tradizione promosso dall’associazione di Petrini. Ma andiamo per ordine. E’ Ruotolo a disegnare l’immagine di un Vassallo tutto-impegno-politico e legalità: «E se Angelo Vassallo avesse pagato con la vita per aver detto un no di troppo? E’ il dubbio che attanaglia il giovane vicesindaco, Stefano Pisani, distrutto e forse impaurito. E’ il sospetto che porta l’inquirente a ipotizzare: Potrebbe essersi messo di traverso a qualche affare». Amico di magistrati a cui aveva per altro prestato la propria conoscenza del territorio in occasione di alcune indagini, Vassallo «era un amico» confessa Petrini che aggiunge «Qualche anno fa era venuto a Bra, per far entrare Pollica nella rete delle città slow. Poi l’avevo rivisto in diversi appuntamenti. Mi aveva colpito un suo intervento nell’ultimo congresso. Veniva sempre a Slow Fish. L’ultima volta ci siamo visti a Greve in Chianti, a una riunione del direttivo. Mi aveva invitato a Pollica. Ci eravamo lasciati con l’impegno che sarei andato a trovarlo».
E inoltre sui giornali di oggi:
NUCLEARE
CORRIERE DELLA SERA – Scoppia la polemica in Germania dopo la decisione di Angela Merkel di non chiudere entro il 2022 17 i 17 reattori nucleari del Paese come aveva deciso il governo Schroeder. Una scelta che la cancelliera ha spiegato come una soluzione ponte verso un futuro fondato sulle energie rinnovabili, ma che ha scatenato le proteste in piazza di Spd e Verdi. Intanto, informa Stefano Agnoli, in Italia la creazione dell’Agenzia per la sicurezza è ferma tra veti incrociati dei partiti sulla scelta dei nomi.
IL MANIFESTO – La pagina 9 è dedicata interamente alla decisione della cancelliera Merkel di posticipare l’uscita dal nucleare. «Merkel allunga la vita alle centrali nucleari. Il governo tedesco stravolge la decisione dei rosso-verdi “Dodici anni in più per la chiusura degli impianti”» titola l’articolo principale che racconta come la Germania avrebbe dovuto uscire dal nucleare nel 2025, «Ora la data slitta al 2037. Gioiscono i giganti dell’energia. E plaude anche la Commissione europea, che la definisce “un ottimo accordo”. Spd, Verdi e Linke uniti contro la decisione della cancelliera: a Berlino una manifestazione di protesta il 18 settembre» si annuncia nel sommario. Di spalla il commento di Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia «Ma così si affossano le energie alternative».
LA STAMPA – “La rivoluzione ‘atomica’ di Frau Merkel” così la definisce il quotidiano diretto da Mario Calabresi. La Cancelliera tedesca ha deciso di allungare la vita alle centrali. Le 17 centrali nucleari tedesche resteranno accese in media 12 anni in più di quanto deciso nel 2002 da Gerhard Schröder. Dal 2011 al 2016 Eon, Rwe, Vattenfall ed EnBw dovranno però pagare una tassa dell’importo annuo complessivo di 2,3 miliardi, che servirà a consolidare il bilancio federale, oltre a un’imposta di 200-300 milioni annui, che finanzierà un fondo per lo sviluppo delle rinnovabili. L’ultima centrale nucleare tedesca dovrebbe essere dunque spenta intorno al 2040.
AMBIENTE
AVVENIRE – A pagina 11 inchiesta sul progetto di realizzare un parco fotovoltaico con 4mila pannelli solari nell’oasi di San Francesco in Umbria. A Piandarca, sui prati in cui il santo parlava con gli uccelli, l’impresa Sun Project vuole realizzare una valle di specchi per accumulare energia pulita. Schiera di polemiche contro il sindaco Giovanna Petrini, secondo cui il progetto è a norma e valorizza l’area, che ha già dato l’ok all’iniziativa. La Provincia e le autorità ecclesiastiche dicono no.
SCUOLA
ITALIA OGGI – Dedica uno speciale di 7 pagine alla «Azienda Scuola». Si riportano i dati sulla precarietà nel settore: «Precari, 24 anni per assumerli» è il titolo. «La stima tiene conto di un tasso di assunzione di 20mila l’anno, la metà per le graduatorie». In totale «sono 240mila gli abilitati iscritti nelle liste in attesa di un posto». Per quel che riguarda «le tendenze», si segnala che «Il prof del sud ha meno speranze di tutti», infatti «i docenti meridionali sono un esercito: il 65% dei precari».
INFANZIA
LA STAMPA – Nel suo rapporto annuale, l’Unicef ha tratteggiato, con tanto di numeri, grafici, trend, non solo questa realtà raccogliendo e analizzando mole di dati, ma ha suggerito un’innovativa modalità di azione per alleggerire le differenze fra i bambini del pianeta. Con lo scopo di avvicinare nel 2015 gli Obiettivi del Millennio (Osm), l’ambiziosa agenda fissata dalle Nazioni Unite con la Dichiarazione del Millennio nel 2000. Il rapporto dell’Unicef parla «di riduzione delle disparità». Ma questa avviene – ammette – troppo lentamente, non certo in tempo per dichiarare vinta la battaglia nel 2015. Pagina 15.
RICERCA
AVVENIRE – Tutta la pagina 3 è dedicata al biologo giapponese Shinya Yamanaka, padre delle cellule staminali “riprogrammate” che segnano una svolta nella medicina rigenerativa. Yamanaka., a cui verrà assegnato il premio Balzan, ha scoperto il modo per far ringiovanire le cellule umane adulte senza più usare embrioni.
UNIONE EUROPEA
IL GIORNALE – Marcello Foa accende il riflettore sull’Unione europea. «I 27 Paesi della Ue si apprestano a cambiare le regole economiche e finanziarie. In un contesto di inquietante opacità. Sull’onda del caso Grecia il Consiglio europeo decise di riscrivere il Patto di stabilità e crescita. In una vera democrazia un passaggio così importante verrebbe intrapreso alla luce del sole, dando modo all’opinione pubblica e al Parlamento di dibattere le riforme. Ma l’Unione europea è un essere amorfo, né Stato, né Confederazione. Nominalmente debole, ma in realtà potentissimo. Secondo il nuovo Patto sarà Bruxelles a vagliare i progetti degli Stati a decidere come il singolo Stato debba risanare i conti pubblici e rilanciare la propria competitività che dovrà essere coerente con il blocco europeo». Foa conclude: «Tremonti l’ha definita una devoluzione dal basso verso l’alto, dal diviso verso l’unito», Dal basso? Chi ha deciso questa devoluzione? Lo stesso Monti si è lamentato che l’opinione pubblica non abbia parlato delle riforme.»
IMMIGRAZIONE
CORRIERE DELLA SERA – “«Vanno espulsi dall’Italia i comunitari non in regola»”, tuona il ministro Maroni. Che rilancia la linea francese e invita l’Europa ad agire unita: «Posizione forte che certamente non mancherà di provocare nuove polemiche proprio perché è ai nomadi che i titolari dell’Interno – all’incontro partecipano anche i colleghi di Germania, Grecia, Gran Bretagna, Belgio e Canada, tutti in cima alla lista delle richieste d’asilo – pensano quando annunciano di voler formalizzare la richiesta nella riunione a Bruxelles la prossima settimana. E perché questa mattina il titolare del Viminale affronterà la questione con il sindaco di Roma Gianni Alemanno che ha già reso note le sue proposte: «Obbligare i Paesi di origine a fornire i precedenti penali creando una sorta di casellario europeo e introdurre il divieto di reingresso per i cittadini che hanno già subito un’espulsione».
DISLESSIA
ITALIA OGGI – «Dislessia, la bocciatura va motivata» è il titolo a pagina 36. «Il Tar del Lazio condanna una scuola: nel giudizio dimenticava della malattia dello studente». Secondo i giudici «lo scrutinio deve valorizzare gli orali rispetto agli scritti». Il principio è affermato con una «sentenza depositata il 27 maggio scorso (31203). Spesso gli alunni dislessici «vengono scambiati per negligenti», ma nel caso in questione «era stata regolarmente diagnosticata, ma nonostante questo i docenti non ne avevano tenuto conto nel giudizio di non ammissione».
COSA NOSTRA
IL GIORNALE – Accanto alla pagina dedicata al caso Vassallo, una pagina che si apre con il titolo “Cosa Nostra in crisi e i boss in cella si suicidano” per parlare di una indagine svolta dall’università di Palermo che ha scoperto che «i colpi messi a segno dalla Forze dell’ordine abbiano spinto i capiclan nel tunnel della depressione». Un’infografica ribadisce i risultati del Governo Berlusconi alla lotta alla mafia. Fra questi il confronto fra dati del 2008. Così le operazioni di polizia giudiziaria sono aumentate del 53%, gli arresti del 22%, i beni sequestrati del 56%.
REDUCI
IL MANIFESTO – «Spettri di guerra» Una pagina, la 7, è dedicata ai veterani statunitensi che non riescono ad adattarsi «Tra loro 950 tentativi di suicidio ogni mese. Un documentario racconta la quotidianità di questi uomini segnati per sempre da un conflitto di cui non hanno capito il senso» è il sommario all’articolo che racconta il documentario della giornalista Rai Monica Maggioni, «Ward54» presentato a Venezia «nell’ambito del Controcampo italiano, seppure in modo semiclandestino (una sola proiezione pubblica in una saletta da 150 posti)».
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