Formazione

Vas-Federconsumatori: “Il latte non può essere svenduto”

A pagare le conseguenze di un abbassamento dei prezzi "sarebbero solo gli allevatori", sostengono le due associazioni.

di Redazione

VAS (associazione nazionale Verdi Ambiente e Scietà) e Federconsumatori sono scesi in piazza a Milano oggi, insieme alle organizzazioni agricole per difendere gli interessi degli anelli deboli della filiera del latte: produttori, consumatori e ambiente.
“Le rappresentanze industriali non possono continuare a fare giochi di prestigio con i prodotti alimentari: per offrire al consumatore cibo di qualità bisogna riconoscere un prezzo adeguato per le materie prime agricole, nel caso contrario si mette a rischio la salute dei cittadini e dell’ambiente” dichiarano Guido Pollice, Presidente Nazionale Verdi Ambiente e Società (VAS) e Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori.
“Il latte non può essere “svenduto”, così come richiesto da Assolatte, perché ne deriverebbero pesanti danni sociali e ambientali: molti allevatori, non essendo retribuiti per il proprio lavoro, sarebbero costretti ad abbandonare le campagne (e i dati statistici dimostrano che è proprio quello che sta succedendo: negli ultimi 10 anni le imprese zootecniche lombarde si sono dimezzate), mentre gli altri, rimasti, cercherebbero di ridurre i costi produttivi, con pesanti ripercussioni sulla qualità del prodotto, sul benessere animale e sul territorio”.
La battaglia che si consuma per la trattativa del latte, infatti, è frutto dell’industrializzazione dell’agricoltura che arricchisce solo le industrie e schiaccia gli agricoltori in una morsa: i costi produttivi aumentano, mentre le materie agricole perdono valore sul mercato internazionale, dove la concorrenza è feroce e senza regole.
Pollice e Trefiletti concludono dicendo che ?è necessario mettere in discussione la logica industrialista e sviluppista che per tanto tempo è stata dominante e ridare centralità ai produttori agricoli. A questo fine, continueremo a sostenere le politiche di sviluppo rurale responsabili, quelle che consentiranno agli agricoltori di portare avanti le attività produttive nel rispetto dell’ambiente e del benessere animale. E continueremo la nostra battaglia per ottenere una legislazione nazionale sulla rintracciabilità dei prodotti, affinché la trasparenza delle etichette, osteggiata dalle industrie, consenta di risalire all’origine dei prodotti e di svelarne la qualità (nel caso del latte sarebbe indispensabile sapere quali alimenti sono stati somministrati agli animali). Questa è l’unica opzione possibile per consentire al cittadino di scegliere liberamente cosa mangiare e al produttore di continuare a lavorare seriamente. Il resto sono chiacchiere”.


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