Cultura

Vargas Llosa, il ventriloquo di Bagdad

Recensione del libro "La libertà selvaggia" di Mario Vargas Llosa.

di Redazione

Vargas Llosa ci racconta il suo Iraq. Nulla di nuovo, in quanto i suoi reportage sono stati pubblicati in tutto il mondo su testate di primo piano (per l?Italia, Repubblica). Ora escono semplicemente in volume, da Einaudi, con il titolo La libertà selvaggia. A Vargas va un merito: quello di raccontare avendo visto, essendo stato a Bagdad. Quindi di porsi su un piano diverso dai tantissimi che hanno intossicato con le loro velenose (e noiosissime) prediche l?editoria degli ultimi due anni. Ma pur avendo visto, pur essendo stato sul campo, Vargas dà la sensazione implacabile di essere andato a Bagdad solo per trovare conferme di un teorema: quello della guerra giusta. Più che dialoghi sembrano ventriloqui, perché gli interlocutori di Vargas parlano solo per dire quel che lui pensa. Un consiglio: leggetevi un altro diario da Bagdad, quello di Asne Seierstad pubblicato da Sonzogno. Una free lance senza verità in tasca.


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