Non profit
Vanno via con loro… in 9 milioni
E' record d'ascolti assoluto per la trasmissione di Fazio e Saviano. Insorgono Lega e Pdl
di Redazione

Boom d’ascolto senza precedenti per la seconda puntata di ‘Vieni via con me’ ieri in prima serata su Raitre. Il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano è stato visto da 9.031.000 spettatori, registrando oltre 20 milioni di contatti e una media di share del 30,21%.
Invece di subire il calo fisiologico che in molti si aspettavano dopo il boom della prima puntata con il lungo show di Roberto Benigni, il programma ha incrementato il suo ascolto, nonostante la concorrenza di ‘Grande Fratello 11’ su Canale 5 e ‘Montalbano’ su Raiuno. ‘Vieni via con me’, che ieri ha ospitato, tra gli altri, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, ha ottenuto picchi superiori a 10.400.000 spettatori (10.430.000 alle 21:46) e al 40% di share (40,61% alle 23:27). I contatti sono stati circa 20 milioni (19.983.000), con una permanenza record del 45,20%. Eccezionali i risultati nei target più giovani e nel pubblico laureato: nel target tra i 15 e i 24 anni e tra i 25 e i 34 anni il programma ha raggiunto e superato il 34% di share (34,07% nel 15-24, 34,24% nel 25-34). Sfiora il 35% di share (34,93%), inoltre, nel target 45-54 anni. Infine, ha superato il 57% di share (57,41%) nel pubblico laureato.
‘Vieni via con me’ è il programma più visto di sempre di Raitre ed è il programma di intrattenimento di prime time più visto di questa stagione. Ma il successo non placa le polemiche. L’intervento di Saviano in merito all’ipotesi che rappresentanti istituzionali lombardi siano collusi con associazioni di chiaro stampo mafioso ha scatenato una bufera.
Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, si è detto ”offeso e indignato” per le ”parole infamanti” di Saviano. Parole che evidenziano per il titolare del Viminale un ”evidente pregiudizio” contro la Lega. Per questo motivo, riferiscono fonti del Viminale, Maroni chiede al Cda della Rai il ”diritto di replica alle incredibili accuse” lanciate nel corso della trasmissione.
Accuse ”infamanti” e ”senza contraddittorio”, rileva il ministro. Il presidente del Consiglio della Regione Lombardia Davide Boni si dice pronto a intraprendere un’azione legale nei confronti di Saviano. “Non esistono atti giudiziari che convalidano il ‘teorema Saviano’ – sottolinea Boni – pertanto ho attivato gli uffici del Consiglio regionale affinché acquisiscano dalla Rai la registrazione della puntata di ieri verificando alla lettera cosa è stato detto e quali tipi di accuse sono state rivolte alle istituzioni lombarde che comunque meritano rispetto”.
“Mi riservo quindi – spiega il presidente lombardo – di intraprendere delle azioni legali per tutelare la loro onorabilità, scrivendo anche al direttore di Raitre per chiedere chiarimenti. Come presidente del Consiglio regionale ritengo vergognoso che dagli schermi televisivi della tv pubblica si dia spazio ad arringhe politiche e demagogiche senza alcun contraddittorio e senza alcun riscontro nella realtà dei fatti in cui – conclude – qualcuno pensa che sia un gioco gettare fango su tutto e tutti”. Critiche al programma arrivano anche dal Pdl.
Il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, bolla la puntata come ”un misto di settarismo e di mediocrità. Fazio e Saviano hanno fatto dei mediocri comizi senza contraddittorio. Saviano ha attaccato la Lega Nord senza che venisse dato a nessuno la facoltà di risposta”. “Anche l’invito ristretto a Fini e a Bersani a parlare di destra e di sinistra è una manifestazione di faziosità – è l’opinione di Cicchitto – Entrambi non sono certamente al di sopra delle parti e hanno offerto delle performance di per sé modeste, paradossamente però inferiori sul terreno della faziosità ai comizi dei due conduttori”.
Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, va giù duro contro Fini e liquida la declamazione da parte del presidente della Camera dei valori fondanti della destra come ”un tema da quinta elementare, peraltro scadente: si è dimenticato di parlare del contrasto alla clandestinità, della difesa della vita, della famiglia, ma del resto – rimarca Gasparri – Fini ha abbandonato le posizioni della destra: la destra siamo noi”. Pollice verso anche sull’intervento del leader del Pd, Pierluigi Bersani. ”In quel caso – afferma il capogruppo del Pdl – mi è sembrato addirittura un tema da quarta elementare, con tutta una serie di banalità su cui non si poteva non essere d’accordo”.
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