Sostenibilità

Val di Noto, stop alle trivellazioni

Dopo gli appelli e le mobilitazioni, la società americana rinuncia alla ricerca del petrolio

di Redazione

Val di Noto e le sue bellezze ambientali e artistiche non subiranno l’affronto delle trivellazioni texane in cerca di petrolio o metano. L’annuncio che l’area compresa fra le province di Siracusa e Ragusa -che ospita i gioielli del Barocco siciliano e che e’ stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanita’- non sara’ piu’ interessata dalle ricerche della societa’ petrolifera texana ‘Panther’ viene ufficialmente dato a Palazzo Chigi dal presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro nel corso della conferenza stampa convocata a Roma dalla Protezione civile per presentare la ricostruzione della Cattedrale di Noto, crollata nel 1996, che sara’ reinaugurata lunedi’ prossimo alla presenza fra gli altri del presidente del Consiglio Romano Prodi. “C’e’ una lettera ufficiale che abbiamo ricevuto proprio oggi dalla ‘Panther’, con la quale la societa’ americana ci comunica di rinunciare ai permessi di trivellazione, non solo in tutto il territorio del Val di Noto dichiarato patrimonio Unesco ma anche nelle cosiddette ‘buffer zone’ e in un’altra serie di siti che noi abbiamo richiesto che vengano rispettati”, annuncia Cuffaro.

Per il governatore siciliano, “e’ un risultato del quale siamo fieri perche’ -tiene a sottolineare- in questi anni abbiamo lavorato e insistito moltissimo. Il governo regionale della Sicilia e’ sempre stato contrario alle trivellazioni nei siti dell’Unesco, che riguardavano comunque la ricerca di metano e non di petrolio, per la quale siamo contrari per tutto il territorio dell’isola”. Nella lettera inviata dalla ‘Panther’ alla Regione Sicilia, a firma del presidente Jim Smitherman, si precisa che “la tematica che la citta’ di Noto fosse patrimonio Unesco e’ stata utilizzata per avviare una campagna contro la ‘Panther’, come se la compagnia avesse davvero intenzione di perforare all’interno dei siti del Val di Noto. A tal proposito -continua la missiva- si ritiene che l’unico modo di eludere in maniera inequivocabile il problema sia quello di rilasciare l’area attorno alla citta’ di Noto, vasta 8.600 ettari e che interessa l’intero centro abitato della citta’ di Noto, l’intero sito Unesco del Val di Noto con annessa ‘buffer zone’, l’intera area di Noto antica e la porzione di area vicino alla costa sudorientale vicina alla riserva naturale di Vendicari”. La ‘Panther’, in ogni caso, prima della dichiarazione finale premetteva che “la scelta dei siti da perforare sarebbe stata sempre puntuale e sarebbe stata quindi ovviamente indirizzata verso zone non interessate da qualita’ o pregi ambientali, paesaggistici e tantomeno nel centro di abitato della citta’ di Noto”.


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