Famiglia

Val d’Enza, segnalati al consiglio di disciplina 10 assistenti sociali

Il Consiglio Regionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali dell’Emilia Romagna ha segnalato al consiglio di disciplina i sette professionisti indagati nell’ambito dell’inchiesta “Angeli e Demoni”, già sospesi dal servizio dall’autorità giudiziaria, e i tre dei cui comportamenti illeciti cui si è venuti a conoscenza attraverso i media. Gazzi: «Facciamo la nostra parte con scrupolo, senza cercare scusanti ma non possiamo accettare la messa sotto accusa di 44mila professionisti che svolgono scrupolosamente il loro lavoro accanto ai più fragili»

di Redazione

Il Consiglio Regionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali dell’Emilia Romagna ha segnalato al consiglio di disciplina i sette professionisti indagati nell’ambito dell’inchiesta “Angeli e Demoni”, già sospesi dal servizio dall’autorità giudiziaria, e i tre dei cui comportamenti illeciti cui si è venuti a conoscenza attraverso i media, in particolare dalle trasmissioni "Quarta Repubblica" e "Chi l'ha visto?" che nei scorsi giorni hanno esteso responsabilità anche a non indagati.

«Non ci siamo nascosti, né abbiamo fatto una difesa a oltranza dei professionisti coinvolti. Abbiamo fatto e continueremo a fare tutto quanto è di nostra competenza per capire come è potuto accadere e per far sì che mai più accada quanto è emerso nel Reggiano», afferma Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Assistenti sociali. Ma «non abbiamo accettato, né accetteremo la messa sotto accusa dei 44 mila che svolgono scrupolosamente il loro lavoro accanto ai più fragili». «Facciamo la nostra parte con scrupolo, senza cercare scusanti e senza processi sommari. Sarebbe però altresì necessario che i media e la politica evitassero faziosità e generalizzazioni volte a screditare lavoratori e istituzioni che sono di fronte al malessere ogni giorno e lo affrontano nel 99,9% dei casi con umanità e professionalità. Generalizzazioni e faziosità che nascondono interessi altri e che mirano a distruggere un welfare sempre più impoverito e sotto attacco. Il nostro impegno a tutela e protezione, prima di tutto delle bambine e dei bambini e delle loro famiglie continua – conclude – ma non tollereremo diffamazioni».

Foto Pexels

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