Formazione

Vado dappertutto. Ma mai a destra

Verso le primarie. Intervista a Fausto Bertinotti: «Non temo le trasferte di Prodi nell’area dei movimenti. Anch’io incontro tante esperienze, senza nessuno steccato»

di Ettore Colombo

Segretario, nelle scorse settimane, lei e Prodi vi siete sfiorati negli incontri con la Tavola della Pace, rete Lilliput, associazioni e movimenti. Il Professore è venuto a sfidarla in casa. Non temerà di perderne i voti? Fausto Bertinotti: Nient?affatto, anche se mi fa piacere che anche Prodi voglia confrontarsi con questi mondi. Vede, noi abbiamo una data precisa di inizio del dialogo: Genova 2001. Prima ancora Seattle, anzi, e poi Porto Alegre, nelle sue varie edizioni. Ma potrei continuare con Firenze e con la Perugia-Assisi? Come partito abbiamo accompagnato la crescita dei movimenti no global e del movimento pacifista, di quel mondo che parte dalle suore di Boccadasse e arriva fino ai centri sociali, e oggi ci consideriamo ?interni? a loro. Prodi non lo è: non voglio polemizzare con il candidato premier, ma parlano i fatti. Certo, se Prodi assumesse la piattaforma dell?Arci ne sarei ben felice ma non credo avverrà. Che un?associazione come l?Arci, però, prenda posizione in modo così esplicito mi sembra un fatto davvero importante. Mi piacerebbe sapere se il candidato premier dell?Unione ne condivide le posizioni sull?abolizione della legge 30 e sul ritiro immediato delle truppe italiane dall?Iraq? Vita: Segretario, le voglio porre una questione di grande attualità ma in modo un po? provocatorio. Viste le copertine di Liberazione, organo del Prc, che paragona il nuovo Papa ora a Hitler ora a Khomeini, e dato che sono stati dei giovani di Rifondazione comunisti a fischiare Ruini, vantandosene anche, non c?è il rischio che lei e il suo partito finiate, presto o tardi, più ?a destra? dei laico-socialisti, almeno in fatto di diritti civili? Bertinotti: Ma cosa vuol dire ?più a destra?! Cosa dice? Lei non sa di cosa sta parlando! Lo sa dove ero ieri e ieri l?altro?! Ero in Sardegna, tra i minatori e gli operai! E oggi sono in Sicilia, alla Fiat e in altre fabbriche a rischio crisi o già in cassa integrazione! E domani (nei giorni scorsi per chi legge, ndr) sarò in Calabria, a Cosenza, in mezzo a giovani e lavoratori! Io e il mio partito ci occupiamo in modo costante e quotidiano da sempre, da quando siamo nati, di fabbriche, lavoratori precari, giovani, donne, minoranze! Lei ha una concezione economicista dell?idea di libertà! In ogni caso, se proprio vuole saperlo a Palermo incontrerò don Fasolo: mi ha invitato a parlare di fede, di quale fede incontrerà Dio quando tornerà sulla terra, col filosofo Bodei. Le basta così o devo continuare? Vita: Segretario, non si arrabbi? Mettiamola così: non teme una futura deriva ?laicista? dell?Unione? Bertinotti: No, non temo affatto un?Unione laicista. Il laicismo è un vizio che come comunisti non abbiamo. L?anticlericalismo di maniera non è mai appartenuto alla nostra storia. Camminiamo e c?interroghiamo insieme ai cattolici migliori sulla frontiera, sul confine tra fede e laicità. Ci chiediamo da anni se e come far vincere la sfera del pubblico su quella del mercato, se abbia più ragioni il diritto o l?economia. Lei in tutto questo ci vede motivi di scontro tra laici e cattolici? Io no, segretario. E certo non in lei. Ma neppure un leader come è lei lo può costruire da solo, il senso comune di un?alleanza come l?Unione…


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