Volontariato

Vado dai popoli minacciati

Intervista a Jean Touadi: "Non c’è libro, né enciclopedia, né maestro che possa sostituire il contatto con un popolo".

di Elena Martelli

Per Jean Leonard Touadi il mal d?Africa è un vizio d?origine. Congolese, in Italia dal 78, ora viaggia per il suo continente per realizzare reportage. Qual è, secondo lei, il modo migliore per viaggiare? Bisogna fare una distinzione tra turista e viaggiatore: il primo si sposta solo fisicamente, cercando il proprio mondo, la sua cultura in altri Paesi. Ciò che gli interessa è il folklore. Invece il viaggiatore crea relazioni e si immerge totalmente nel luogo in cui si trova. Viaggia più per lavoro o per piacere? Cerco sempre di unire le due cose, non riuscirei mai a fare il lavoro che faccio se non mi accompagnasse sempre il piacere di viaggiare, di visitare luoghi e culture diverse. Attraverso i miei racconti cerco di trasmettere l?incontro con l?altro che mi affascina. Quali sono le sue mete preferite? Quelle non ancora battute dal turismo, luoghi che stimolano ancora la curiosità, la scoperta e la spiritualità. Ritengo importante viaggiare in luoghi dove ci sono realtà culturali minacciate, dall?Himalaya al Polo nord, ai molti Paesi africani.


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