Politica

Vade retro, don Aldo

Da tre anni a Ponzano la comunità islamica pregava in un capannone di proprietà della chiesa. Ma un improvvido lancio di agenzia ha rovinato questa esperienza di vera integrazione.

di Davide Nordio

Tutto è cominciato con un lancio d?agenzia dal titolo un po? birichino: «Treviso – Chiesa diventa moschea il venerdì». La chiesa in questione sarebbe quella di Santa Maria Assunta in Ponzano Veneto, dove appunto si riunisce un gruppo di musulmani in quello che per loro è il giorno festivo. Il presunto scoop era stato intercettato durante un convegno dell?Auser a Roma, dove era stato presentato come esempio di dialogo e integrazione. E in effetti uno scoop non lo è da nessun punto di vista. Infatti era già da anni che i musulmani si ritrovano in quel luogo a pregare. In secondo luogo perchè ?quel luogo? incriminato non era la chiesa, non era nemmeno l?oratorio bensì un innocuo capannone di proprietà della parrocchia, usato per vari eventi come feste e incontri, generalmente messo a disposizione di chiunque lo richieda. E la differenza non è di secondaria importanza. Tutt?altro.

<b>L?inutile bailamme</b>
Invece dal presunto scoop si è scatenato un bailamme. Il vicegovernatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, è arrivato a chiedere l?intervento del vescovo. Don Aldo Danieli, il parroco, difende la sua scelta e spiega come stanno in realtà le cose: «Ho prestato delle sale che erano libere. Questo non vuol dire cedere la chiesa. I musulmani mi hanno chiesto uno spazio per pregare: non potevo negarlo, come non l?ho negato ai ghanesi e ai nigeriani che sono protestanti. C?è spazio per tutti. I parrocchiani hanno la precedenza nell?utilizzo degli spazi, non vedo perché negarli quando sono liberi». Insomma, la chiesa non c?entra nulla, l?esperienza è datata: sicuramente è nota ai vertici diocesani. Tant?è che il vescovo Andrea Bruno Mazzoccato aveva addirittura inviato un messaggio in occasione dell?ultimo Ramadan. Indirizzato proprio alla comunità di Ponzano. Ma la cosa è ghiotta, cominciano ad occuparsene anche i media nazionali. Don Aldo si chiude nel silenzio stampa. Parla invece la diocesi con un brevissimo comunicato che spiega come sulla vicenda ci sia stato un incontro chiarificatore tra il vescovo e don Aldo: «all?interno di un dialogo fraterno e cordiale il parroco ha ribadito la sua obbedienza e la piena disponibilità a trovare una soluzione al problema». Per qualcuno invece tutto questo è diventato un anatema. Si cita una nota Cei del 1993, dove appunto si vieta l?apertura di chiese, cappelle, sale parrocchiali ad altri culti non cristiani. Qualcuno si immagina la scena: il vescovo che sventola davanti a don Aldo il documento. Una solenne tirata d?orecchi, che esiste solo nella fantasia degli scoopisti.

<b>Piazza pulita</b>
La querelle va avanti. Da un lato il Consiglio islamico dice che ha necessità di un luogo di culto e questa era stata finora l?unica soluzione. Non da ieri ma da tre anni. Senza che la politica muovesse un dito, nonostante il capannone di Ponzano sia il punto di riferimento di una vasta comunità di immigrati. Dall?altro la Lega pretende che si faccia piazza pulita. A questo punto però la cosa prende una piega diversa. Giovedì 15 novembre don Aldo esce dal suo riserbo e precisa che non c?è stata nessuna rottura con il vescovo. Piuttosto se la prende con i politici che hanno sfruttato un caso che non c?era. Comunque, in accordo sia con il vescovo che con la comunità islamica, spiega che è stato ritenuto opportuno sospendere il momento di preghiera nel capannone di Ponzano per non alimentare le polemiche. Il giorno dopo, venerdì, tutti gli occhi erano puntati su quello che sarebbe accaduto: qualcuno profetizzava una manifestazione da parte degli islamici. Invece niente. Sulla vicenda interviene anche il settimanale diocesano <i>La Vita del popolo</i>, per cercare di portare la vicenda sui binari della correttezza informativa: «La situazione attuale, evidenziata in modo sproporzionato dai media, è solo provvisoria. In accordo con don Aldo e con l?Imam, infatti, si sta cercando una soluzione diversa, alla quale riteniamo debbano concorrere anche le amministrazioni locali (alcune delle quali lo stanno già facendo)». Venerdì, mezzogiorno. La consueta mezz?ora di preghiera islamica a Ponzano non si tiene. Con buona pace per un semplice processo di integrazione che non faceva problema a nessuno.

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