Famiglia

Vacanze responsabili, dall’élite al trend

Dal turismo di pochi eletti, a nicchia sempre più larga. Cresce in Italia la domanda di turismo ecosostenibile.

di Ida Cappiello

Il turismo sostenibile è un po? come l?agricoltura biologica. È stato per anni un fenomeno elitario, diviso tra il modello di viaggio ?alternativo?, proposto dalle ong attive nel Sud del mondo a pochi giovani coraggiosi, e il modello ?privilegiato? offerto da piccole organizzazioni profit a un?utenza ugualmente ristretta, benestante e istruita, disposta a pagare il doppio del prezzo medio di un viaggio pur di conoscere l?arte e la cultura di paesi lontani. In entrambi i casi, non si faceva neanche il solletico al grande business della vacanza. Sono circa 10 milioni gli spostamenti annuali degli italiani verso il Sud del mondo. Poche le destinazioni dove si concentrano i grandi flussi, l?80% dei quali riguarda i soggiorni in villaggi turistici: Nord Africa, Cuba e Santo Domingo, Messico e Thailandia. Un dato di per sé eloquente, perché rivela un turismo balneare attratto, più che da sete di conoscenza, dai prezzi stracciati (comprese le famigerate offerte last minute, dove si parte quasi alla cieca). Prezzi praticabili grazie alla deregulation quasi totale che nelle zone povere ha consentito di costruire e gestire villaggi a costi infinitamente minori che in Europa. La scommessa del futuro per il turismo sostenibile è, invece, la possibilità di incidere sui grandi numeri, o almeno su una quota significativa del mercato. Non è più una questione solo etica: i tour operator si stanno accorgendo che il degrado ambientale alla lunga fa perdere clienti e cominciano ad affrontare il problema, anche se con molte esitazioni. In Italia c?è finora un solo tour operator, tra i leader, che ha intrapreso con decisione la strada della sostenibilità: I Viaggi del ventaglio, numero due del mercato e primo nel settore dei villaggi residenziali, nonché matricola a Piazza affari, dove ha esordito in giugno (un solo altro operatore, I grandi viaggi, è quotato). Il primo passo è stata l?istituzione, nell?aprile scorso, di una Divisione turismo e ambiente che coordina tutte le iniziative aziendali interne ed esterne. «Ci impegnamo innanzitutto a promuovere un cambiamento culturale all?interno della struttura», spiega la responsabile della nuova funzione, Ellen Bermann, «poi, a cascata, viene la sensibilizzazione dei nostri partner, dalle agenzie di viaggio agli albergatori, fino ai clienti». L?esperienza più significativa viene dai villaggi Ventaclub. Il laboratorio aziendale per il turismo sostenibile è il villaggio Playa Maroma, aperto l?anno scorso sulla Riviera Maya messicana, nei dintorni di Cancun, in un?area di selva costiera che in anni recenti ha conosciuto uno sviluppo turistico rapidissimo e spesso devastante. Un?esperienza pilota fondamentale perché ha consentito di mettere in pratica i criteri di sostenibilità fin dalla fase di progettazione edilizia: edifici più bassi degli alberi, lontani dalle aree con vegetazione particolarmente vulnerabile. «Ci ha dato grande soddisfazione il fatto di riuscire a coinvolgere i nostri partner locali a tutti i livelli», prosegue Bermann. «Abbiamo realizzato la valutazione di impatto ambientale con l?aiuto di un pool di società di consulenza messicane e con un?équipe di biologi che conosceva a fondo il territorio e che vengono ogni settimana a controllare. Ma anche i lavoratori del cantiere sono stati sensibilizzati a rispettare l?ambiente naturale» . Tutti coinvolti nella supply chain È più difficile applicare i principi di sostenibilità nel turismo itinerante, dove il tour operator ha soltanto il ruolo di intermediario, ma anche in questo caso può agire selezionando i partner nei luoghi di destinazione e – soprattutto se ha un potere contrattuale significativo – influenzando i loro comportamenti. Creare la consapevolezza di una responsabilità in questo senso è uno degli obiettivi centrali della Toi – Tour operators initiative, un?associazione volontaria sostenuta dall?United nations environmental programme e dalla World tourism organization che aggrega le imprese europee più sensibili: in Italia ne fanno parte, oltre a Viaggi del ventaglio, Cts, Orizzonti e Settemari. «Nessuno può chiamarsi fuori con l?alibi di non gestire direttamente le strutture ricettive» afferma Giulia Carbone, responsabile Toi a livello europeo. «Siamo tutti anelli di una supply chain ed è su questo punto che stiamo cercando di sensibilizzare i tour operator ad avere un ruolo attivo nei confronti delle strutture ricettive ». Orizzonti, uno dei soci fondatori della Toi, invia a tutti gli albergatori partner una scheda dettagliata per rilevare i comportamenti gestionali in favore dell?ambiente ed evidenzia nei cataloghi le strutture che hanno risposto positivamente (circa il 20% del totale) con un marchio di riconoscimento. Ancora più incisiva l?azione del Cts, specializzato da molti anni nel turismo giovanile. «Stiamo implementando un sistema di autocertificazione delle strutture alberghiere partner che diventerà parte integrante dei contratti commerciali», spiega Stefano di Marco, vice presidente Cts, «con l?obiettivo di creare un marchio interno di qualità. Dall?anno prossimo, pensiamo di coinvolgere i turisti stessi chiedendo ai viaggiatori di compilare un questionario al termine della vacanza attraverso il quale possono segnalarci casi di violazione dei codici di condotta». Viaggiatori e controllori La figura del consumatore/turista è ancora poco valorizzata all?interno della supply chain, mentre può diventare un controllore, visto che fruisce di un servizio nel luogo stesso in cui viene prodotto. Guide, cataloghi e documenti di viaggio diventano strumenti di sensibilizzazione del pubblico. Tucano, una delle pochissime agenzie profit che opera secondo le linee del turismo responsabile, fa del catalogo il suo punto di forza. Si tratta di un concetto più ampio rispetto alla sostenibilità ambientale, quasi avveniristico per il mercato. I cataloghi parlano da soli: danno informazioni non convenzionali sulle destinazioni e riportano tutte le iniziative sociali sostenute dal Tucano, dai progetti sanitari inAfrica fino all?attività dell?Ecpat, associazione internazionale per la lotta alla prostituzione minorile e al turismo sessuale.


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