Welfare

Vacanze preadottive, un nuovo strumento per avvicinarsi all’adozione?

L’intervento di Pietro Ardizzi, portavoce del coordinamento di enti autorizzati Oltre l’adozione, al convegno promosso dalla Commissione Adozioni Internazionali venerdì 10 ottobre, nell’ambito della tavola rotonda “Le nuove sfide dell’adozione internazionale: il punto di vista degli operatori”

di Pietro Ardizzi

Le adozioni internazionali sono profondamente mutate, per caratteristiche dei minori in stato di adottabilità, per fattori politici economici e sociali dei Paesi di origine, per la crisi economica mondiale, per il consistente calo delle coppie che scelgono il percorso dell'adozione internazionale nei Paesi di accoglienza e per il ricorso delle coppie alle nuove tecnologie procreative.

IL “SISTEMA ITALIA”

Il “sistema-Italia” delle adozioni internazionali, costruito dal 2000 ad oggi, è ancora apprezzato dalla comunità internazionale.
Dal 2014 al 2017 ha vissuto un triennio di gravi difficoltà che ha iniziato a superare lo scorso anno, con l'insediamento dell'attuale Commissione per le Adozioni Internazionali.

La normativa in vigore individua nella CAI (Autorità Centrale), negli EEAA, nei Tribunali per i minorenni e nei Servizi Sociali gli attori principali del sistema.
Il nuovo scenario dell'adozione internazionale e le sue sfide oggi si possono affrontare a condizione che il “sistema-Italia” sia pienamente funzionante. Il suo pieno funzionamento esige la massima collaborazione e sinergia fra i soggetti istituzionali designati, ciascuno con il proprio ruolo e funzione che la legge gli assegna, valorizzando gli strumenti dedicati che l'esperienza di 18 anni ha prodotto, compresi gli incontri di formazione nazionale, promossi dalla CAI, per gli attori del sistema.

Per i cambiamenti quantitativi e qualitativi delle adozioni internazionali che oggi si registrano, il sistema deve trovare un nuovo punto di sostenibilità attraverso la sua riorganizzazione.


  • La legge vigente dopo 20 anni di applicazione necessita di aggiornamenti, miglioramenti e semplificazioni procedurali, così come necessita di chiarire e definire la vera natura giuridica dell'ente autorizzato, ora organismo privato incaricato di pubblico servizio.
  • Anche le Regioni sono chiamate a collaborare al sistema. Dal 2000 ad oggi solo il 50% delle Regioni ha realizzato un Protocollo operativo. Urge una modifica che assicuri alle coppie utenti un minimo di servizi uguali in tutte le Regioni, le Regioni più virtuose offriranno servizi ulteriori. 

  • Altrettanto auspicata da più parti è una razionalizzazione degli EEAA con l'obiettivo di una maggior qualità dei servizi resi alle coppie ed una omogenea presenza sia sul territorio italiano che nei Paesi di origine dei minori. 

  • La trasparenza, la legalità, l'etica dell'adozione sono, oggi ancora più di ieri, valori fondamentali ed irrinunciabili che richiedono l'impegno di tutti gli attori e collaboratori del percorso adottivo.

IL POST ADOZIONE 


È opinione condivisa che le adozioni internazionali diventano sempre più "impegnative".
 Il periodo post adozione deve essere affrontato e trattato come parte integrante del percorso adottivo, non riducibile alle relazioni periodiche per i Paesi di origine. 
La delicatezza e la complessità di questa fase esige un vero e proprio accompagnamento e sostegno nel lungo periodo, le famiglie non devono essere lasciate sole.
Occorrono investimenti e formazione che favoriscano la piena sinergia tra pubblico e privato (enti autorizzati, associazioni familiari, servizio sanitario nazionale) per realizzare una vera e propria rete che accompagni le famiglie anche ad interventi specialistici a costi contenuti con l'uso di voucher o attraverso convenzioni. 


IL RAPPORTO CON I PAESI DI ORIGINE 


Le relazioni fra Paese di accoglienza e Paese di origine sono di vitale importanza per il processo adottivo.
Nel pieno rispetto del quadro politico e diplomatico di ciascun Paese, le rispettive Autorità competenti per le adozioni internazionali è necessario che promuovano una costante interlocuzione ed un franco dialogo, condizioni imprescindibili per una continua e fattiva collaborazione a favore dei minori bisognosi di una famiglia.
 Gli Enti hanno per il loro ruolo hanno impegno di stabile presenza e di cooperazione nei Paesi di origine, attività preziosa ma che non può sostituire funzioni e compiti propri delle Autorità competenti.

Nell'applicazione e adempimento della Convenzione de l'Aja del 1993, l'attività di cooperazione mirata alla prevenzione dell'abbandono che ogni Ente è chiamato a fare resta un compito fondamentale. 
Occorre riprendere, curare e favorire questa attività relativa ai progetti di cooperazione nei Paesi di provenienza anche con investimenti e strumenti specifici (bandi) con la guida del Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale.

IL RILANCIO

Alle cause che hanno portato al mutamento delle adozioni internazionali va aggiunta la perdita della cultura dell'accoglienza ed in particolare dell’adozione.
 Occorre una campagna di comunicazione che rilanci e promuova la cultura dell'adozione internazionale in tutti gli ambiti. 
Un’azione comunicativa delle istituzioni e del privato sociale per comunicare, con gli strumenti più idonei, la bellezza dell'adozione e non solo esclusivamente le criticità o gli insuccessi. 


La genitorialità adottiva è l’unica forma di genitorialità in cui i genitori si fanno carico di tutti costi, diversamente dalle altre forme.
 Occorre un aiuto economico alle coppie adottive che sia un segnale forte e chiaro di sostegno all'adozione e di cammino verso la gratuità. 
Per questo riproponiamo, come pubblicamente facemmo a febbraio scorso a tutte le forze politiche: "il contributo adozione" di 10.000 euro ad ogni coppia alla conclusione della procedura, secondo fasce di reddito. 


LE NUOVE POSSIBILITÀ

L'attuale scenario delle adozioni internazionali ed il suo andamento spinge a considerare, valutare e studiare nuove forme di risposta per quei bambini, che da lungo tempo in istituto, non hanno trovato famiglia che potesse accoglierli. Come per esempio: le vacanze preadottive. È un progetto dell'ICBF (Autorità Centrale della Colombia) che propone ai bambini sopra i 10 anni un periodo di vacanza (2 – 4 settimane) in famiglie accoglienti in vista della possibile adozione. Sia i minori che le famiglie che accolgono vengono preparati per questa esperienza che è guidata, assistita e valutata da professionisti dell'ICBF, che si fa carico delle spese di viaggio nel proprio paese e del viaggio internazionale. Il progetto ovviamente deve essere condiviso e monitorato anche dalla CAI

Altre possibilità possono essere:


  • L'adozione aperta (o mite)
;
  • L'affido internazionale propedeutico all'adozione o semplicemente affido "sine die";
  • L'adozione europea.

Forme e percorsi che vanno approfonditi perché possano diventare progetti concreti.

Ma l'adozione internazionale, pur con tutte le sue difficoltà, è e resta uno strumento prioritario. Ancora oggi l'adozione internazionale mostra tutta la sua bellezza ed il suo altissimo valore umano, sociale e culturale, sia personale che pubblico. È e resta un "bene per tutti". Per questo la prima sfida è credere nell'adozione internazionale, continuare a crederci veramente.

Pietro Ardizzi per gli Enti del Coordinamento "Oltre l'Adozione" e gli Enti del Gruppo

AMICI MISSIONI INDIANE (AMI) – A.Mo ATTRAVERSO IL MONDO PER UN SORRISO – ASSOCIAZIONE IL CONVENTINO – FONDAZIONE AVSI – I FIORI SEMPLICI ONLUS – INTERNATIONAL ADOPTION – ISTITUTO LA CASA – CENTRO ADOZIONI LA MALOCA- ASSOCIAZIONE MEHALA – N.A.D.I.A. ONLUS – N.O.V.A. – SJAMO (SAO JOSE' AMICI NEL MONDO) – Ai.Bi. ASSOCIAZIONE AMICI DEI BAMBINI – AMICI TRENTINI – AZIONE PER FAMIGLIE NUOVE ONLUS – C.I.A.I. CENTRO ITALIANO AIUTI ALL'INFANZIA – CIFA ONLUS – I BAMBINI DELL'ARCOBALENO BAMBARCO ONLUS – N.A.A.A. NETWORK AIUTO ASSISTENZA ACCOGLIENZA ONLUS

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