Politica

Va rivisto quell’accordo con l’Europa che esclude le paritarie dai finanziamenti

È quanto l'Italia ha chiesto alla Commissione Europea, che oggi esclude le paritarie dall'accesso ai finanziamenti. «Il nostro sistema nazionale di istruzione è unico», ha detto il sottosegretario Toccafondi rispondendo a un'interpellanza sull'esclusione delle paritarie dal bando Scuole al Centro.

di Sara De Carli

Scuole paritarie, l’Italia chiede una revisione dell’accordo di partenariato con l’Europa, che ad oggi esclude le paritarie dai finanziamenti europei. La notizia è stata data questa mattina dal sottosegretario Gabriele Toccafondi, che alla Camera ha risposto a un’interpellanza di Paola Binetti circa l’esclusione appunto delle paritarie dal bando Scuole Al Centro per l’apertura pomeridiana della scuole, finanziato con il PON 2014/20.

Il sottosegretario ha ricordato innanzitutto il primo bando sperimentale, dell’estate 2016, nelle città di Milano, Roma, Napoli e Palermo, rivolto alle sole scuole statali e il secondo bando, questo nazionale, per l’anno scolastico 2016/17, da 240 milioni. Proprio rispetto a questo bando, dalle risorse significative, le scuole paritarie avevano lamentato l’esclusione. Le paritarie, ha precisato il sottosegretario, hanno potuto partecipare al bando «in rete con istituzioni scolastiche statali, è un passo avanti». A pochi giorni dalla scadenza del bando infatti dal Miur era arrivata una proroga (dal 31 ottobre al 14 novembre 2016), insieme al chiarimento che potevano partecipare anche le «istituzioni scolastiche paritarie di cui alla legge n. 62/2000», in rete con scuole statali. La partecipazione al bando quindi, ha detto Toccafondi, «non solo è stata consentita ma favorita tramite un punteggio premiale per quelle scuole statali che hanno dato vita a tale coinvolgimento». Perché in rete e non da sole? «Alla luce del fatto che le risorse del bando provengono dal fondo sociale europeo, tramite il PON 29014/20. All’epoca della stesura del bando ci si è attenuti a quanto previsto dalla Commissione europea, in quanto l’accordo di partenariato dice che le scuole private e paritarie non possono essere destinatarie dei di finanziamenti. L’accordo di partenariato parla infatti di «settore dell’educazione pubblica con esclusione delle scuole private e/o paritarie».

Questo ad oggi. La novità però, ha spiegato Toccafondi, è che «oggi il quadro giuridico si è arricchito di una recente disposizione. Nell’esame della legge di bilancio 2017 la quinta commissione della Camera ha approvato diversi emendamenti che mirano a chiarire in chiave interpretativa la decisione 9952 del dicembre 2014 della Commissione Europea, affermando che la locuzione “istituzioni scolastiche” indica tutte le istituzioni scolastiche che costituiscono il sistema nazionale di istruzione ai sensi della legge 62/2000. Alla luce di ciò l’amministrazione e il Ministero stanno attivando l’iter per ottenere una specifica modifica dell’accordo di partenariato ai sensi della disposizione recentemente approvata», ha comunicato il sottosegretario.

A dimostrazione dell’importanza che l’esecutivo riconosce alla scuole paritarie, il sottosegretario Toccafondi ha ricordato come in leggi di bilancio 2017 sia stato raddoppiato il contributo per le scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità (da 12, 2 a 23,4 milioni di euro), il cui decreto è in fase di definizione, come siano nato il fondo da 50 milioni di euro per le scuole dell’infanzia paritarie, come le detrazioni per la scuola paritaria siano state estese dalle attuali 400 euro ad arrivare a fine triennio a un massimo di 800 euro, e come anche le paritarie possano accedere allo school bonus e ai 100milioni di euro per i percorsi di alternanza scuola- lavoro. «Crediamo nella parità scolastica e in un sistema di istruzione nazionale unico», ha concluso Toccafondi.

Foto Giovanni Cena

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