Politica

Usa: ultima possibilità per Obama, o i Democratici vanno al Congresso

Sfida decisiva oggi in Indiana e North Carolina. Il Senatore dell’Illinois si gioca l’ultima chance per imporsi sulla sfidante

di Alessandra Marseglia

E? quasi finita. O meglio, potrebbe esserlo. Dopo 4 mesi di duri e inconcludenti scontri tra Hillary Clinton e Barack Obama, oggi finalmente potrebbe esserci l?incoronazione del candidato Democratico che concorrerà alla Casa Bianca il prossimo novembre. La sfida in programma in Indiana e North Carolina è infatti l?ultima che, per ragioni politiche, demografiche e matematiche, potrebbe condurre ad una soluzione della lunga diatriba tra i due candidati. In ballo oggi ci sono infatti 187 delegati, 72 in Indiana e 115 in North Carolina, all?incirca la metà degli ultimi 404 rimasti ancora da assegnare. Fino a questo punto Hillary è a quota 1338 delegati, Obama a 1493, tenendo stando almeno al conteggio imparziale del New York Times (visto che tra i due candidati non c?è accordo nemmeno sul conteggio esatto).

In realtà, Obama è l?unico che realisticamente potrebbe avere la nomination in tasca al termine di questa giornata, ma anche per Hillary la vottoria significherebbe molto. In definitiva gli scenari che potrebbero delinearsi sono tre:

1) Hillary Clinton vince in entrambi gli Stati: pur non assicurandosi matematicamente la nomination, la senatrice di New York recupererebbe lo svantaggio in termine di delegati e soprattutto di immagine nei confronti dello sfidante. Da domani, la stampa smetterebbe di chiederle perché non abbandona la sfida e qualche big Democratico non la incolperebbe più di indebolire il partito mettendo a rischio la vittoria di novembre. La nomination però sarebbe rimandata al congresso dei Democratici in programma ad agosto e la scelta decisiva ricadrebbe sui Superdelegati.

2) Barack Obama vince in entrambi gli Stati: allargando il vantaggio sulla sfidante, il senatore dell?Illinois avrebbe quasi certamente in pugno la nomination. Vista la grinta dimostrata fino ad ora, non è detto che Hillary getti automaticamente la spugna; di fatto, comunque, la senatrice di New York avrebbe ben pochi argomenti per portare avanti la sfida e potrebbe essere messa con le spalle al muro dai tanti che la criticano già ora. D?altro lato, il senatore dell?Illinois è nel pieno della bufera a causa delle frasi razziste e antipatriottiche pronunciate dal reverendo ed ormai suo ex padre spirituale Jeremiah Wright Jr.: se le votazioni di oggi consegnassero ad Obama la vittoria nei due Stati, la sua stella, oggi un po? appannata, tornerebbe a splendere più che mai. E a quel punto i Repubblicani avrebbero di che essere preoccupati.

3) Hillary e Obama vincono uno Stato ciascuno: dalla conformazione etnico-socio-economica degli Stati, pare probabile che l?ex first lady possa accaparrarsi l?Indiana, e il Senatore dell?Illinois il North Carolina. In tal caso lo status quo rimarrebbe inalterato e la sfida decisiva sarebbe ancora rimandata, con Obama che continuerebbe a guidare la corsa, e Hillary a ruota col fiatone ma senza demordere. Ci saranno prima i 28 delegati del 13 maggio in West Virginia e poi quelli di Kentucky, Oregon, Puerto Rico, per finire con Montana e South Dakota il 3 giugno. Nessuno di questi Stati potrà veramente fare la differenza e quindi la via del Congresso sarà spianata. E a qual punto, sarà il partito democratico a doversi giocare il tutto per tutto nei confronti dei candidati e soprattutto dell?opinione pubblica.


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