Cultura

Usa: troppi suicidi, il governo corre ai ripari

Si pensa a un piano di solidarietà che coinvolga Stato, gruppi religiosi, mass media e volontariato

di Gabriella Meroni

Troppa gente, troppi giovani in particolare, tentano ogni anno di uccidersi. E per arginare il fenomeno le autorita’ sanitarie americane hanno lanciato un’offensiva sociale invitando medici e avvocati, gruppi non profit e religiosi e mezzi d’informazione a lavorare insieme per non lasciar solo chi non ce la fa.

”Il suicidio fa pagare un prezzo enorme” al paese dove ogni anno 30.000 persone si tolgono la vita e 650.000 ci provano, ha detto oggi il ministro della sanita’ David Satcher, ricordando che la solidarieta’ umana puo’ spesso prevenire il problema. Dopo aver fatto notare che gli omicidi nel paese sono poco piu’ di un terzo dei suicidi e che il 4% della popolazione ha pensato almeno una volta di uccidersi, rivolgendosi soprattutto a enti e amministrazioni locali nel corso di una conferenza stampa oggi a Washington, Satcher ha presentato una serie di raccomandazioni per l’avvio entro il 2005 di programmi sociali volontari di salute mentale e lotta al suicidio.
”Usiamo la scienza per dare una base di lavoro ai legislatori” ha spiegato in seguito il portavoce del ministero Damon Thompson, osservando che, con simili programmi di prevenzione, l’aviazione militare e’ riuscita a ridurre la media dei suicidi del 60% in cinque anni. Il primo nemico da combattere, stando agli esperti del ministero, e’ il tabu’ dell’idea stessa di suicidio che finisce per covare nell’animo di molti, giovani in primo luogo, solo perche’ non osano esternare certi pensieri, temendo di esser giudicati come deboli.

Su questo fronte, ha sottolineato Satcher, e’ di primaria importanza la collaborazione delle comunita’ religiose che dovrebbero aiutare chi e’ in difficolta’ ad aprirsi, mentre spesso spingono gli individui all’isolamento considerando l’idea di suicidio in se’ come peccaminosa. Per creare un clima culturale piu’ tollerante nei confronti di chi e’ convinto di non farcela tuttavia, secondo Pete Dominici, presidente della commissione bilancio del senato, bisogna cominciare dal concetto stesso di salute mentale. Molti arrivano al suicidio sull’onda di stati depressivi per i quali non chiedono aiuto, temendo di passare per squilibrati e sapendo che le polizze di assistenza sanitaria non prevedono la copertura di spese per problemi psicologici.
Di qui la proposta di Dominici di inserire la cura delle malattie mentali nella polizza di assistenza sanitaria di chiunque lavori. Per una nuova cultura sociale gli esperti raccomandano in primo luogo programmi di sensibilizzazione per i giovani nelle scuole e per gli adulti nei centri di lavoro e di ricreazione, ma anche una campagna d’opinione in tv e su poster con slogan sociali come quelli usati nella lotta al fumo o alle droghe.

Si raccomanda poi l’istituzione di un registro per tutte le morti violente che comprenda il suicidio. Solo 17 dei 50 stati americani hanno un codice speciale di identificazione dei suicidi che negli altri stati vengono spesso catalogati come decessi accidentali per evitare imbarazzi alle famiglie. Riuscire a sensibilizzare la societa’ contro il suicidio, ha detto ancora Satcher, non serve solo a salvare tante vite ma anche a individuare e curare problemi come depressione, alcol, abusi fisici e psicologici in famiglia o schizofrenia, che ricorrono regolarmente come concause, quando non sono le cause principali, nei suicidi.

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