Volontariato

Usa: si alla vendita di latte e carne di animali clonati

FDA ha dichiarato che si tratta di prodotti innoqui per l'uomo; pertanto, non è prevista alcuna etichetta di segnalazione

di Alessandra Marseglia

Dopo anni di dibatti e trattative, martedì la Food and Drug Administration, il dipartimento governativo che vigila sui prodotti alimentari, ha dato via libera alla vendita di latte e carne proveniente da animali clonati.

La decisione, che per il momento riguarda i suini e i bovini ma non gli ovini, come Dolly, la pecora-simbolo della clonazione nel mondo, arriva al termini di anni di studi che, secondo la FDA avrebbero portato alla conclusione carne e latte di animali clonati è ?sicura esattamente come quella degli animali che si riproducono naturalmente?. Per questo, la FDA non ha previsto alcuna etichetta sul prodotto che segnali al consumatore che esso deriva da animale clonato.

La decisione è stata accolta con entusiasmo da allevatori ed aziende agricole che sperano di trasformare la clonazione in una tecnica comune e quindi più economica; attraverso la clonazione, sostengono, è possibile garantire più alti standard di qualità del prodotto. Immediata invece la reazione delle associazioni dei consumatori che ha sottolineato la mancanza di ricerche adeguate sui prodotto derivati da animali clonati senza considerare che molti consumatori, inoltre, si oppongono la clonazione per motivi etici o religiosi.

La posizione dei consumatori è recepita dall?industria alimentare con alcune compagnie che hanno già dichiarato che non venderanno cibo clonato; tuttavia, fanno notare molti commentatori, in passato altre tecnologie come l?inseminazione artificiale hanno incornato resistenze iniziali per poi essere tranquillamente adottate.

La vendita al mercato, tuttavia, dovrebbe riguardare per il momento solo la progenie degli animali clonati e non gli animali stessi, visto l?alto costo della tecnica di riproduzione. Oltretutto un?altra agenzia governativa, l?Agricolture Department ha chiesto ai coltivatori di continuare a trattenere i cloni stessi dalla vendita, dicendo che il dipartimento ha bisogno di tempo per fronteggiare le preoccupazioni dei rivenditori e del mercato.


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