Mondo

Usa: quasi tutti i medici prendono soldi dalle case farmaceutiche

Ricercatori statunitensi e australiani hanno concluso che il 25% degli intervistati ha ammesso di essere stato finanziato

di Chiara Sirna

Mentre il settore sanitario statunitense viene passato sotto la lente di ingrandimento per il sospetto di pericolosi conflitti di interesse, un nuovo studio ha rivelato che quasi tutti i medici hanno un qualche rapporto con le case farmaceutiche.
Ricercatori statunitensi e australiani hanno concluso che il 25 per cento dei medici intervistati hanno ammesso di avere ricevuto soldi direttamente da case farmaceutiche. Inoltre il 94 per cento dei medici che esercitano la professione “hanno almeno un tipo di rapporto con i produttori di farmaci” sebbene questo spesso significhi ricevere prodotti alimentari nei luoghi di lavoro o semplicemente campioni di medicinali da prescrivere.
“Le relazioni con l’industria sono parte fondamentale del modo in cui oggi e’ praticata la professione medica. La vera questione e’ quando e’ troppo e quanto lontano si e’ spinta questa pratica”, si legge nello studio presentato oggi e che sara’ pubblicato sul prossimo numero del ‘New England Journal of Medicine’.
I produttori di farmaci o di apparecchiature mediche individuano medici in alcuni aree specialistiche e medici con una certa influenza sui colleghi, con i quali avviare relazioni sempre piu’ strette con l’offerta di consulenze retribuite e onorari per interventi a favore di un prodotto.
I piu’ corteggiati, sottolinea lo studio, sono i cardiologi, per la loro influenza di specialisti nell’ambito dell’attivita’ medica. “Sembra che queste relazioni vadano a beneficio dei medici e dell’industria. Ma la domanda di fondo e’ fino a che punto ne beneficiano i pazienti in termini di cure ricevute”, prosegue ancora lo studio condotto da ricercatori del Massachusetts General Hospital-Partners Health Care System, dell’Universita’ di Yale e del Policlinico di Melbourne. Sono stati intervistati 1.662 anestesisti, cardiologi, medici di famiglia, medici generici, internisti e pediatri.


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