Volontariato

Usa: quanto è difficile fare i filantropi

Lo racconta il New York Times che ha intervistato i nuovi filantropi d'America

di Carlotta Jesi

Più costoso, più stressante, più burocraticizzato di quanto pensassero. Per i nuovi filantropi americani, in gran parte alla guida di fondazioni che portano il loro nome, il lavoro nel sociale si è rivelato moltoi più duro del previsto. Lo rivela il quotidiano americano New York Times che è andato a chiedere agli ex manager di grandi multinazionali o Start up di successo oggi alla guida di fondazioni senza scopo di lucro come è la loro nuova vita nel sociale. Le risposte? «Una delle gioie più grandi di fare soldi è quella di poterli donare agli altri», ha dichiarato Charles Sanders, ex dirigente dell’azienda farmaceutica Glaxo, «Ho creato una fondazione per aiutare la comunità in cui vivo, ma mi sono trovato sommerso dalle carte e dal lavoro burocratico». Un’opinione condivisa da molti altri neo filantropi, spiega il quotidiano americano. Il suo articolo si trova su Internet a questo indirizzo: www.nytimes.com/2003/01/12/national/12VANI.html?tntemail1


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