Politica

Usa: naufragano le Primarie…

Ennesimo pareggio per Hillary e Obama, ma nessuno dei due ha ormai i numeri per passare. La sfida si trasferisce a Washington, a corteggiare i SuperDelegati ancora indecisi

di Alessandra Marseglia

E? finita come molti prevedevano da tempo, almeno da quel SuperTuesday di ?pari e patta? che aveva già presagito una lunga e nebulosa campagna elettorale: le primarie Democratiche si concludono senza un vincitore. Né Hillary ClintonBarack Obama possono fregiarsi della corona di candidato Democratico il lizza per la Casa Bianca. Ieri sera, infatti, sono naufragati anche gli ultimi due appuntamenti elettorali che avrebbero potuto portare alla definizione del candidato.

I due sfidanti si sono divisi equamente gli Stati, a Obama il North Carolina nero, a Hillary l?Indiana conservatrice; il senatore dell?Illinois ha vinto con un margine netto, oltre il 56%, l?ex first lady ha strappato la vittoria di un soffio con un risicato 51%.

I sostenitori di Obama sono pronti ad assicurare che dopo il risultato di ieri il senatore è tornato agli antichi splendori: passata la bufera ?reverendo Wright? Obama è pronto a riconquistare l?America, dicevano trionfanti alcuni dei volontari, il suo sogno non si è infranto e un nuovo e carismatico discorso ieri sera ha già riacceso gli animi degli elettori.

Al momento però la matematica non dà ragione a tanto entusiasmo: di fatto ieri il candidato AfroAmericano ha visto sfumare quasi definitivamente la possibilità di arrivare ai 2.040 delegati necessari all?incoronazione. L?esiguo numero delegati in palio nelle prossime 5 sfide fino al 3 giugno non sono infatti sufficienti a vincere la nomination.

Certo, anche Hillary ha perso una grande occasione: Indiana e North Carolina erano entrambi Stati ?must win? e la senatrice di New York ha rischiato di non portarne a casa nemmeno uno. Ma Hillary non aveva i numeri necessari da tempo ed era già proiettata alla convention dei Democratici di agosto a Denver. Ora che Obama non ha i numeri per passare, poi, la Senatrice potrà portare avanti la causa della riammissione dei voti di Florida e Michigan, due Stati esclusi dalle primarie per volere del Partito, ma che hanno comunque votato a favore della Clinton.

?La sfida si trasferisce a Washington? titolava il New York Times ieri sera. A questo punto, infatti, per vincere la nomination Hillary e Obama non hanno scelta: dovranno abbandonare le piazze e gli stadi dove si decide il voto popolare e tornare nei palazzi della politica a ?corteggiare? i SuperDelegati ancora indecisi.

E sembra davvero uno smacco agli elettori il fatto che, in una stagione elettorale di così ampia la partecipazione popolare, alla fine la decisione più importante sarà presa dai politicanti di professione.


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